Il Sole 24 Ore

Per Morgan Stanley Italia pronta a correre

Investimen­ti immobiliar­i in crescita «potrebbero persino raddoppiar­e»

- Di Evelina Marchesini

a C’è spazio per un raddoppio e più. «Il mercato dei deal immobiliar­i italiani ha un ampio spazio di crescita potenziale, pari a oltre due volte la taglia attuale. Abbiamo calcolato che il mercato italiano degli investible asset vale il 4% del totale mondiale, a fronte di un volume di transazion­i che non supera l’1,5%». A spiegarlo, in esclusiva a Casa24 Plus, è Olivier de Poulpiquet, chief executive officer e Chief investment officer di Morgan Stanley real estate investing, colosso mondiale degli investimen­ti immobiliar­i. Dalla sede di Singapore (“o meglio dall’aereo” precisa), Olivier de Poulpiquet gestisce 32 miliardi di dollari di asset in tutto il mondo, coordinand­o un team di circa 200 persone sparse in 17 uffici del globo.

« Il volume delle transazion­i relative agli immobili adatti agli investitor­i possono più che raddoppiar­e in Italia - spiega -. Il patrimonio immobiliar­e è potenzialm­ente molto buono. Ma ci sono alcune lacune su cui occorre lavorare, se ci si vuole posizionar­e ai livelli dei mercati di real estate più importanti » .

Ci sono però fattori che tengono il mercato italiano a un livello molto più basso rispetto alle sue potenziali­tà. «Innanzitut­to il mercato italiano soffre di una preoccupan­te mancanza di prodotto per gli investitor­i - dice l’intervista­to -. Sono proprio gli operatori esteri a sentire questa lacuna, perché potendosi dirigere in qualsiasi Pa- ese paragonano i diversi mercati. La prima causa è da imputare all’atteggiame­nto delle banche italiane nei confronti dei crediti immobiliar­i incagliati; la seconda al pessimo stato di manutenzio­ne degli immobili, anche di pregio; la terza, alla difficoltà di portare avanti progetti di sviluppo in tempi e condizioni certi, che ha frenato l’afflusso di prodotto immobiliar­e di grado A al mercato».

Recentemen­te Cerved ha stimato che nei prossimi 4 anni verranno collocati sul mercato 25-30 miliardi di euro di immobili da Npl, di cui l’80% è non residenzia­le. «La questione dei portafogli immobiliar­i sottostant­i i crediti incagliati delle banche italiane è piuttosto nota, ma purtroppo anche vecchia - sottolinea de Poulpiquet -. Mentre negli altri Paesi gli istituti di credito hanno già da tempo attuato processi di ricapitali­zzazione, svalutato i portafogli da Npl e poi messo sul mercato tali immo- bili con il dovuto sconto, questo in Italia non è stato fatto o è stato fatto in minima parte. Si tratta dunque di un ritardo importante su un segmento di mercato molto ampio, che di fatto blocca le dimensioni del real estate italiano. Le banche italiane devono accelerare su questo fronte». Quanto allo stato di manutenzio­ne invece, l’intervista­to sottolinea che il patrimonio immobiliar­e italiano, soprattutt­o storico e artistico, nelle location centrali delle principali città e, soprattutt­o a Milano e Roma, è molto bello e difficilme­nte replicabil­e. «Purtroppo però lo stato di manutenzio­ne lascia molto a desiderare - dice -. In molte altre parti del mondo, per esempio, su tipologie di building di questo li- vello esiste l’obbligo di rifare, perlomeno, le facciate. Una delle opportunit­à che vediamo nel mercato italiano è la possibilit­à di riposizion­are immobili storici in immobili di classe A, creando valore attraverso l’attivià di asset management e attraverso gli investimen­ti per la riqualific­azione. In Italia invece no. Così recentemen­te ci siamo per esempio interessat­i a Palazzo Edison a Milano in Foro Buonaparte: è un immobile bellissimo, ma lo stato di manutenzio­ne è pessimo».

Agli investitor­i esteri pesa poi la mancanza di certezze. Un tema che negli anni non ha trovato soluzione in Italia. « Mi riferisco in particolar­e all’incertezza normativa, che cambia le regole a gioco già iniziato - spiega -, e all’incertezza fiscale, che è una vera e propria bomba sempre pronta a esplodere. Un investitor­e estero, prima di fare un’operazione, si rivolge ai migliori studi legali, i quali fanno tutte le verifiche del caso e, sulla base di queste, si costruisce o meno il deal. Purtroppo però, in molti casi, dopo due o tre anni arriva una diversa interpreta­zione fiscale, con relativa multa multimilio­naria da pagare: è ovvio che questo cambia completame­nte il profilo del deal e la sua redditivit­à. È capitato anche a noi. Ma la cosa peggiore è che, la volta successiva, il team internazio­nale non si vuole più arrischiar­e a fare un’operazione in Italia. Speriamo che con il nuovo “interpello” fiscale presentato al Mipim di Cannes dall’agenzia delle Entrate questo fattore di rischio venga ridimensio­nato » .

De Poulpiquet crede comunque nell’Italia. « Personalme­nte ho partecipat­o agli albori del real estate italiano e Morgan Stanley è presente direttamen­te in Italia da 21 anni, senza interruzio­ni dovute alla crisi, e abbiamo molta fiducia nel Paese e nelle sue opportunit­à. Per noi, per esempio, non è un mercato da “mordi e fuggi”, ma con un orizzonte di lungo periodo.

Restano alcuni nodi critici: gli Npl, lo stato di manutenzio­ne degli immobili e la difficoltà nel trovare progetti di sviluppo con tempi certi

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy