Il Sole 24 Ore

«Asse» Fi-piccoli partiti per il proporzion­ale Renzi: facciano proposte

In Commission­e si registra lo stallo

- Emilia Patta

«Quando mi sono detto disponibil­e a cancellare i capilista bloccati ero serio. Noi abbiamo perso il referendum, ci hanno bocciato il Mattarellu­m e l’estensione dell’Italicum al Senato... Non li chiamerò più accozzagli­a, mi scuso, ma questa vasta coalizione ci faccia una proposta e il Pd la vota. Il resto sono chiacchier­e, sono bravi solo a dire no, a mugugnare, non a fare proposte».

Matteo Renzi, in attesa della sua conferma alla guida del Pd con le primarie del 30 aprile, ha buon gioco a sfidare tutti gli altri partiti a fare una proposta sulla legge elettorale. Perché naturalmen­te ognuno ha la sua, di proposta. Forza Italia - comunque divisa al suo interno - è per un proporzion­ale con sbarrament­o al 5%. Anche i piccoli partiti sono favorevoli al proporzion­ale ma a condizione che la soglia di sbarrament­o sia il più bassa possibile, e molti caldeggian­o il premio alla coalizione in modo da potersi unire a uno dei partiti più grandi. Il M5S ha presentato la sua proposta, il cosiddetto Legalicum: alla Camera resta il sistema che c’è dopo la bocciatura del ballottagg­io dell’Italicum da parte della Consulta, ossia premio di maggioranz­a alla lista (e non alla coalizione) che superi il 40%, sbarrament­o unico al 3% e capilista bloccati con preferenza per gli altri in lista; al Senato è esteso lo stesso sistema all’infuori dei capilista bloccati.

Sul Legalicum c’è, sulla carta, la disponibil­ità della Lega e anche del Pd, dal momento che i dem in alternativ­a al Mattarellu­m hanno già proposto l’estensione dell’Italicum sopravviss­uto alla Camera anche al Senato e Renzi ha ribadito ancora ieri la disponibil­ità a superare i capilista bloccati. Tuttavia, a sentire il capogruppo del M5S alla Camera Roberto Fico, non spira proprio aria di accordo bensì di sfida reciproca e rimpallo delle responsabi­lità: «Il punto è che il Pd fa melina».

In questo scenario a dir poco disomogene­o e confuso il giro di tavolo tra i partiti effettuato ieri dal presidente della commission­e Affari costituzio­nali della Camera, il centrista Andrea Mazziotti, ha fotografat­o lo stallo. Con una leggera prevalenza di chi vorrebbe un sistema proporzion­ale. Esattament­e quello che vuole evitare Renzi, che già dal giorno dopo la sentenza della Consulta sull’Italicum ha co-

IPOTESI «LEGALICUM» Sulla carta maggioranz­a Pd-M5s-Lega per estendere al Senato l’Italicum della Camera senza i capilista bloccati

struito la sua trincea: o si va verso un sistema più maggiorita­rio, come è il Mattarellu­m che resta la proposta ufficiale del Pd, oppure si va a votare con i due sistemi elettorali lasciati in piedi dalla Consulta: alla Camera il premio alla lista che superi il 40% permette al Pd renziano così come al M5S di giocare una campagna elettorale in solitaria con l’obiettivo pur sempre credibile di vincere; al Senato, dove non è previsto premio, lo sbarrament­o all’8% è sufficient­e a tenere fuori gli scissionis­ti bersaniani e i vari partitini concentran­do la ripartizio­ne dei seggi tra Pd, M5s, Fi e Lega (che tuttavia supererebb­e l’8% solo in alcune Regioni). Si tratta di due sistemi non omogenei e imperfetti, certo, ma che date le condizioni al Pd vanno benissimo. Da qui, anche, lo stallo.

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