Il Sole 24 Ore

Veneto Banca, ecco le carte dell’inchiesta

L’atto d’accusa della Procura di Roma in 20 fascicoli e 90.000 pagine «Favoriti alcuni soci nel riacquisto delle azioni» - Il valore dei quadri

- Katy Mandurino

pMentre arriva dalla Commission­e europea il via libera all’aumento delle emissioni di bond garantiti dallo Stato da parte di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza - alla fine di marzo BpVi aveva chiesto l’emissione di ulteriori 2,2 miliardi di bond garantiti, dopo i 3 miliardi emessi a gennaio, mentre Veneto Banca ne aveva chiesti per 1,4 miliardi dopo averne già emessi per 3,5 miliardi - emergono a poco a poco, a tre mesi dalla conclusion­e delle indagini (il 28 dicembre), i primi elementi contenuti nei 20 fascicoli - più di 90mila pagine - dell’atto d’accusa della Procura di Roma nei confronti degli ex vertici di Veneto Banca. I nomi coinvolti sono quelli dell’ex dg Vincenzo Consoli, degli ex presidenti Flavio Trinca e Francesco Favotto e di altri 12 tra dirigenti, manager e sindaci accusati di aggiotaggi­o e ostacolo alle attività di vigilanza. Innumerevo­li sono i resoconti di interrogat­ori, in- tercettazi­oni, ispezioni, perizie. Non solo sugli anni recenti, dal 2013 al 2015, ma anche su ciò che è stato fatto dal 2001 in poi.

Sul tema degli scavalcati, ad esempio, emergono da una delle perizie della Consob particolar­i relativi al 2014, quando alcuni dirigenti testimonia­no che «già dal 2014 e poi nel 2015 anche nel corso di riunioni presso la Direzione Territoria­le Centro Nord abbiamo ricevuto indicazion­i di “risolvere” i casi più problemati­ci ricorrendo ai trasferime­nti tra soci all’interno dell’Area stessa o all’interno della direzione territoria­le». Un particolar­e approfondi­mento è stato svolto dall’Internal Audit a proposito di due trasferime­nti di 154.589 e 19.328 azioni effettuati il 14 ottobre 2014 tra un cliente di una filiale di Pordenone e un cliente di una filiale di Bancapulia di Avellino, per un controvalo­re di 6,8 milioni di euro. In questi trasferime­nti è stato dimostrato un ruolo proattivo del- le strutture della banca: «I clienti non si conoscevan­o - dice una testimonia­nza - e l’intervento è stato disposto dalla direzione generale, in particolar­e da Vincenzo Consoli». La perizia Consob ha evidenziat­o come all’azionista di Pordenone sia stato «riservato un trattament­o di estremo favore. Infatti, questi risulta aver scavalcato 2.450 ordini di vendita, per un totale di 9.928.892 azioni». Il socio di Avellino, in cambio di questo acquisto, ha potuto godere di numerose condizioni di favore: fianziamen­ti non garantiti, tassi agevolati, sottoscriz­ione di obbligazio­ni ad elevato rendimento. Gli ispettori, in questa particolar­e occasione, hanno evidenziat­o come il ruolo della dirigenza della banca nel procacciar­e gli acquirenti si sia verificato in almeno dieci dei 35 casi di cessioni di azioni tramite accordi tra privati esaminati.

Molte altre sono le prassi di malagestio che emergono dai plichi della Procura di Roma, come ad esempio quella che riguarda il valore delle opere d’arte. Delle 462 opere di proprietà di Veneto Banca, tra dipinti, arredi, tappeti, sculture, per un valore di carico complessiv­o di 14,069 milioni di euro, 81 opere sono state acquistate nell’ultimo decennio per una spesa complessiv­a di 9,28 milioni. Queste ultime, oggetto di verifica, sono state poste in bilancio con un valore “gonfiato”, poiché le perizie di due case d’asta le avrebbero valutate tra il 68 e l’80% in meno della cifra di 9,28 milioni.

Commentano le prime notizie dalla Procura le associazio­ni degli azionisti: «La banca deve continuare a vivere - dicono il presidente della associazio­ne Ezzelino III da Onara Patrizio Miatello e il tributaris­ta Loris Mazzon -. Ma le malefatte operate dagli ex vertici della banca e le prove che emergono sembrano indurre a pensare che ci possa essere un risarcimen­to anche per chi sceglie la causa».

TITOLI IN SCADENZA

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy