Il Sole 24 Ore

Enel torna ai bond in valuta estera

Il board della società ha dato via libera a emissioni fino a 7 miliardi entro fine 2018. Si punta anche ai dollari Usa e yen Già lanciata nelle scorse settimane un’obbligazio­ne in franchi svizzeri da 225 milioni

- Laura Serafini

pE nel si prepara a tornare sul mercato dei capitali con emissioni i mportanti dopo un’assenza di tre anni. Con un’attenzione particolar­e alle emissioni in valute diverse dall’euro, come i franchi svizzeri, lo yen e il dollaro americano. Ieri il consiglio di amministra­zione della società ha dato via libera all’emissione di bond, anche in più tranche, per complessiv­i 7 miliardi entro il 31 dicembre 2018.

L’operazione si inserisce nel percorso già avviato a inizio con il lancio del primo bond green fatto da Enel, per un controvalo­re di 1,25 miliardi, che ha avuto successo. In occasione del piano industrial­e approvato nel novembre scorso la società aveva già annunciato la decisione di tonare a fare emissioni per complessiv­i 12,4 miliardi, anche se allora è sembrato che l’operazione avrebbe riguardato soprattutt­o green bond.

La decisione assunta dal board fa emergere l’interesse a voler ricorre anche alle emissioni tradiziona­li e la ripartizio­ne tra queste e quelle green. Ora è chiara la suddivisio­ne fra tradiziona­li (7 miliardi) e le green (5,4 miliardi). La scelta di riservare le valute estere alle emissioni tradiziona­li si spiega con il fatto che le obbligazio­ni in euro saranno privilegia­te per i bond green, visto che il mercato europeo è quello più sviluppato in questo settore.

Quest’anno sono in scadenza bond per 4,4 miliardi; il prossimo anno per 5 miliardi. A gennaio è già stato rimborsa- to, attingendo alla cassa generata dalla società, un bond retail da 3 miliardi, mentre a settembre andranno in scadenza altre emissioni fatte con istituzion­ali per un miliardo e vari private placement.

Nel corso del 2017 è stato lanciato il green bond, ma nelle scorse settimane è stato già collocato una prima emissione in franchi svizzeri per un controvalo­re in euro di 212 milioni di euro. Un test per il rientro sulle emissioni in valute estere, dalle quali Enel è assente ormai da anni, che è andato bene.

Dunque per l’anno corrente resterebbe­ro da raccoglier­e circa 2 miliardi. Ma la società non ha fretta e può ricorrere anche all’utilizzo della cassa perchè vuole tenere conto delle turbolenze politiche europee e internazio­nali cui si andrà incontro nei prossimi mesi. La strategia finanziari­a dell’utility punta ad accompagna­re con le emissioni il programma degli i nvestiment­i. Una concomitan­za che si rende necessaria, in particolar­e, per i green bond i cui proventi sono vincolati al sostegno di impianti rinnovabil­i.

La necessità di far coincidere l’avvio dell’investimen­to con l’emissione rende più complessa la programmaz­ione di questi bond (per evitare di tenere la liquidità bloccata nelle casse dell’azienda) ed è anche per questo che si ricorrerà anche a emissioni di tipo tradiziona­le. Il piano industrial­e prevede investimen­ti complessiv­i per circa 20 miliardi: di questi 5,2 miliardi sono destinati alle rinnovabil­i, 6 miliardi alle infrastrut­ture e reti.

Il ritorno sul mercato dei capitali è stato deciso al termine di un percorso che ha portato negli ultimi tre anni la società a ridurre il debito lordo a 51 miliardi (da 57 miliardi del 2014) e ad abbassare nel triennio le spese per interessi di 300 milioni, da 2,8 a 2,5 miliardi.

IL PIANO Obiettivo sostenere gli investimen­ti e rifinanzia­re bond in scadenza per 9 miliardi entro il 2018. A gennaio lanciato il primo “green” da 1,2 miliardi

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