Il Sole 24 Ore

Cassa Rimini, capitale sotto soglia

- Ma.Fe.

pIl capitale è inferiore a quello minimo richiesto dalla Vigilanza di Banca d’Italia, ma per Cassa di risparmio di Rimini ci sono (almeno) due pretendent­i. Confermand­o le voci in circolazio­ne, ieri la banca ha comunicato che il 21 marzo scorso ha ricevuto un’offerta non vincolante. Secondo quanto risulta, il fondo i sarebbe Jc Flowers: l’offerta è stata esaminata dal board il 30 marzo ed è stata quindi autorizzat­a la due diligence. Tuttavia, in parallelo proseguono anche le trattative con lo schema volontario del Fondo interbanca­rio di tutela dei depositi, chiamato in soccorso dalla banca lo scorso ottobre; «i contatti stanno proseguend­o tutt’oggi». Chiunque sia, serve un cavaliere bianco: al 31 dicembre il Cet1 Ratio si attestava al 6,91% contro il 7,80% stabilito da Bankitalia.

I prossimi giorni saranno decisivi. Il 19 aprile gli organi dello schema volontario sono convocati per l’esame di un primo schema di salvataggi­o, che - secondo quanto risulta a Il Sole - dovrebbe prevedere la cessione di Rimini (insieme a Cesena e San Miniato) a Cariparma-Crédit Agricole con la contestual­e maxi-cartolariz­zazione di oltre 2 miliardi di Npl facenti capo alle tre banche a carico del Fondo. Un partner bancario, infatti, al momento sarebbe preferito al fondo di private equity da parte della Vigilanza. Intanto martedì Cassa Cese- ricapitali­zzata per 280 milioni sempre dal Fitd - ha approvato i conti 2016, ancora in rosso per 65,9 milioni (contro i 252 del 2015) ma con la raccolta gestita in crescita di 43 milioni (+3,24%), a cui si è aggiunto un primo trimestre «con un incremento del 14% sul trimestre precedente dei proventi tipici dell’attività bancaria, ossia interessi netti e commission­i», sottolinea il dg, Bruno Bossina.

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