Il Sole 24 Ore

Comuni, l’accertamen­to non si può affidare a Equitalia

- Gianni Trovati gianni. trovati@ ilsole24or­e. com

pIl capitolo dedicato dal decretone approvato martedì («salvo-intese») dal Consiglio dei ministri scrive un’altra puntata nella storia infinita della riforma della riscossion­e comunale.

Salta, in particolar­e, l’idea scritta nel collegato fiscale alla legge di Bilancio (articolo 2, comma 2 del Dl 193/2016) secondo la quale dal 1° luglio prossimo i sindaci avrebbero potuto affidare senza gara alla nuova Equitalia, quella in programma dalla fusione con l’agenzia delle Entrate, anche l’ac certamento e la liquidazio­ne dei tributi. Un’ipotesi, questa, che era apparsa da subito figlia di un errore tecnico ma che aveva scatenato il fuoco di fila degli altri soggetti della riscossion­e locale. Secondo la regola corretta dal decreto di martedì, sempre che le ipotesi di queste ore trovino conferma nel testo definitivo ancora da ultimare, i sindaci potranno affidare al nuovo soggetto solo la riscossion­e, cioè il tema effettivam­ente al centro della sua attività: anche quella spontanea, però, e non solo quella coattiva. Il nuovo intervento, in ogni caso, non esaurisce la vicenda, che oltre all’effettiva discesa in campo della nuova «Agenzia delle Entrate-Riscossion­e» deve prevedere il suo adeguament­o al difficile terreno delle entrate l ocali, definendo le modalità di convivenza fra l’agente nazionale e i soggetti locali, privati e pubblici.

Per il resto i sindaci, che ieri hanno fatto il punto delle novità in arrivo durante il consiglio nazionale dell’Anci, si possono dire soddisfatt­i nella loro qualità di amministra­tori dei Comuni, ma ancora preoccupat­i quando indossano la giacchetta di chi guida le Città metropolit­ane. Sul primo fronte, la novità chiave è quella del turnover al 75% prevista per i Comuni con più di 10mila abitanti, con un parametro triplo rispetto al 25% previsto finora, mentre per i più piccoli restano le regole attuali (turnover al 75% fra 1.000 e 9.999 abitanti, e al 100% sotto i 1.000 residenti). Accanto a questo, se le ipotesi di queste ore saranno confermate, torna la possibilit­à per i Comuni di stipulare contratti a tempo determinat­o oltre i limiti ordinari di spesa, a patto che il costo sia integralme­nte coperto da contratti di sponsorizz­azione già pagati agli enti locali.

Per gli enti di area vasta, come previsto, gli aiuti si fermano sotto i livelli chiesti dagli amministra­tori. Per le Città metropolit­ane torna la possibilit­à di applicare al bilancio preventivo l’avanzo libero e destinato, e un aiuto in più arriva alla Città metropolit­ana di Cagliari che si dovrà dividere con le Province della Sardegna un contributo aggiuntivo da 10 milioni per quest’anno e da 20 milioni a partire dal 2018.

Per le Province delle Regioni a Statuto ordinario arrivano 210 milioni i n più, tenendo conto della replica dei 100 milioni Anas per la manutenzio­ne delle strade. Province e Città, poi, possono anche per quest’anno approvare un bilancio solo annuale, in attesa che la stabilizza­zione del quadro di finanza pubblica permetta di tornare all’ordinario ritmo triennale dei preventivi.

Completano il quadro una serie di correttivi ai piani di riequilibr­io e un milione in più al contributo per le fusioni di Comuni.

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