Povertà, decreto entro fine mese
Arriverà entro la fine del mese il piano attuativo del «piano per la povertà» che comprende il reddito di inclusione. Lo ha presentato ieri il premier Paolo Gentiloni.
pE ntro la fine del mese, al massimo entro maggio, sarà varato il primo (forse unico) decreto legislativo previsto per l’attuazione della legge delega che ha dato vita al primo Piano nazionale per il contrasto alla povertà. L’annuncio è arrivato ieri dal presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, che assieme al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha sottoscritto un memorandum d’Intesa con l’Alleanza conto la povertà, una sigla che rappresenta il vasto mondo del terzo settore (ma include anche i sindacati e il movi- mento cooperativo). «La crisi che abbiamo attraversato, la più grave dal dopo-guerra, ci ha lasciato un incremento della povertà, ci sono 1,5 milioni di famiglie povere. Chi governa deve riconoscere il problema e tra i meriti dell’Alleanza c’è il quello di aver alimentato un atteggia- mento esigente verso questo problema», ha affermato Gentiloni. Obiettivo per programma nazionale, che individua come livello essenziale di prestazione valido su tutto il territorio nazionale sia il sostegno monetario condizionale alle famiglie sia i servizi di inclusione che dovranno essere attivati dai Comuni e le Regioni per i beneficiari, è quello di far arrivare un reddito di inclusione (Rei) a una prima platea di almeno 400mila famiglie entro la fine dell’anno, vale a dire poco più di un quarto dei nuclei che vivono in condizioni di povertà assoluta (sono un milione e 582mila, secondo gli ultimi dati Istat, per un totale di 4,6 milioni di cittadini). Gentiloni ha però indicato come obiettivo di più lungo termine 2 milioni di assistiti.
Il Rei sarà caricato su un card bimestralmente. Il valore mensile varierà a seconda della distanza del reddito familiare disponibile dalla soglia reddituale di riferimento (circa 3mila euro) stabilita anche in base alla numerosità del nucleo. Per il calcolo sarà utilizzato, oltre all’Isee, anche un secondo indicatore, l’Irs, per tener conto delle disponibilità effettive della fa- miglia al netto degli oneri di locazione che variano molto sul territorio. Considerando la platea di riferimento prioritaria e data la consistenza del finanziamento complessivo disponibile - hanno spiegato esponenti dell’Alleanza - l’importo del beneficio sarà concesso in misura ridotta (al 70% della distanza dalla soglia) e non potrà superare l’importo dell’assegno sociale (485€). «La concessione di un importo ridotto - è la spiegazione - eviterebbe di creare un disincentivo per piccoli guadagni al di sotto della soglia che altrimenti sostituirebbero semplicemente il sussidio, mentre il massimale prende a riferimento la misura nazionale di contrasto alla povertà già oggi esisten- te per le persone anziane».
Nel Memorandum siglato ieri c’è anche l’impegno a destinare una parte (15%) delle risorse stanziate (1,6 miliardi quest’anno che salgono a 1,7-1,8 miliardi l’anno prossimo) per co-finanziare i servizi di inclusione che dovranno attivare i Comuni e che sono alla base della condizionalità della prestazione e ci sono impegni precisi per i criteri di monitoraraggio da adottare sul Piano entro l’anno, un passaggio cruciale, quest’ultimo, per garantire una dimensione strutturale futura a questo intervento, come previsto nel piano nazionale di riforma che il governo ha appena inviato a Bruxelles.
REDDITO DI INCLUSIONE Caricato bimestralmente su card, l’importo massimo sarà 485 €. Per il calcolo si utilizzano Isee e Irs. Conta la numerosità del nucleo