«Vergogna per il sangue innocente di bambini, donne e migranti, vergogna per tutti gli scandali della Chiesa»
Papa Francesco ha presieduto ieri al Colosseo la Via Crucis, il tradizionale rito del Venerdì Santo, che in 14 stazioni rievoca le ultime ore della vita terrena di Cristo. Le meditazioni sono state scritte dalla biblista francese Anne-Marie Pelletier, sviluppate con l’intento di spiegare l’amore di Cristo che muore sulla Croce per sconfiggere il male. Lungo il percorso Francesco ha tra l’altro espresso a credere che non c’è solo il tragico realismo del Venerdì/Sabato Santo. Non c’è solo la barbarie, quella che giorno per giorno arma per uccidere vittime innocenti. A sentire atei e agnostici di professione, chi crede e fa iniziare la propria avventura umana con la Pasqua è un inguaribile illuso. Forse il modo scialbo e senza entusiasmo che talvolta accompagna la «vergogna per il sangue innocente di bambini, donne e migranti», e ancora «vergogna per tutti gli scandali della Chiesa». A portare la Croce al Colosseo sono stati il cardinale vicario Agostino Vallini, una famiglia romana, rappresentanti dell’Unitalsi e religiosi e laici di diversi Paesi dove il Papa si recherà in visita apostolica quest’anno (nella foto, a San Pietro, prima della Via Crucis). testimonianza resa al Signore Risorto facilita e giustifica questo giudizio.
Ma c’è dell’altro nella Pasqua che anche quest’anno celebriamo. Mentre sembra tutto finito, mentre i nemici di Gesù si sono messi l’animo in pace per aver eliminato un disturbatore della quiete pubblica, mentre i discepoli, per lo più delusi, riprendono la via di casa, c’è qualcuno che non si rassegna. «Il primo giorno della settimana Maria di Magdala si recò al sepolcro di buon mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro». La tenerezza e la premura della Maddalena fanno da contrasto alla malizia, alla cattiveria e all’ipocrisia, incarnate dai diversi personaggi del racconto della Passione di Gesù. Lo sperare contro ogni speranza di questa donna ci ricorda che è sempre possibile nella vita dell’uomo seguire un altro percorso. La paura, la delusione e il senso di sconfitta dei discepoli, e la stessa tenera ma rassegnata sofferenza della Maddalena dinanzi alla morte di Gesù, vengono sconfitte con un … colpo di mano di Dio. Sì, perché questo è la Pasqua: un colpo di mano di Dio con il quale l’uomo viene rimesso in cammino, anzi “in corsa”, come scrive con insistenza Giovanni nel Vangelo. Pasqua è essenzialmente questo: la festa, in Gesù, della vita ritrovata.
Il susseguirsi di attentati di questi giorni, dopo i tanti tragici attentati che siamo stati costretti a registrare in questi ultimi tempi tolgono il respiro. Speriamo non tolgano la speranza, la voglia di andare avanti e soprattutto la voglia – a coloro che ne hanno la possibilità – di fermare queste stragi.
Bel segno di questa speranza contro ogni (ragionevole) speranza è senza dubbio la conferma del viaggio di papa Francesco in Egitto, il prossimo 28 e 29 aprile. Credo che non ci sia modo migliore per dire la vicinanza e la condivisione ma anche la sofferenza che sta toccando tutti. È certamente un modo diverso e più coraggioso per non arrendersi alla pur giustificata paura. È un modo per tracciare strade che portano verso soluzioni diverse. Penso a quelle che dovrebbero indicare, seguire e promuovere in maniera più convinta e decisa una politica meno litigiosa, una cultura meno servile e un’informazione più vicina alla verità.