Da spending review e tax expenditures 3-4 miliardi per la legge di bilancio
pAlmeno un quarto, o poco meno, della manovra autunnale dovrà essere garantito dalla “fase 3” della revisione della spesa e da una prima sforbiciata alle tax expenditures. Il Def varato martedì scorso dal Consiglio dei ministri, insieme al Pnr e alla manovrina correttiva, non lo dice esplicitamente, ma i tecnici del Governo sono convinti che, se a settembre Bruxelles darà il via libera all’innalzamento dell’asticella del deficit nominale per il 2018 dall’attuale 1,2% a quota 1,8% consentendo alla prossima legge di Bilancio di contenere il suo impatto tra i 15 e i 17 miliardi, almeno 3-4 miliardi dovranno essere assicurati dai capitoli della spending review e degli sconti fiscali da riordinare.
Da Def e Pnr, del resto, arrivano chiari indizi in questa direzione. «L’obiettivo del risanamento dei conti pubblici si baserà quindi anche sull’avvio della terza fase della spending review, più selettiva e allo stesso tempo coerente con i princi- pi stabiliti dalla riforma del bilancio», si legge nel Programma nazionale di riforma, mentre nel Def si sottolinea che dai tagli ai ministeri dovrà arrivare almeno 1 miliardo. Rotta già tracciata anche per il riassetto del sistema delle agevolazioni fiscali. «La razionalizzazione delle spese fiscali – si afferma nel Pnr – rientra tra le azioni necessarie per disegnare un sistema fiscale più efficace, ponendo allo stesso tempo attenzione a non aumentare la pressione fiscale e a non intaccare l’equità del sistema».
Il punto di partenza per centrare quest’ultimo obiettivo è il rapporto della commissione Marè. Ad essere monitorate sono state 610 agevolazioni fiscali: 444 riguardano le missioni del bilancio statale e 166 quelle riconducibili alla fiscalità locale. Il dossier articola le tax expenditures anche in “missioni”: quella delle “politiche economico-finanziarie e di bilancio” presenta il numero più elevato di spese fiscali (111), seguita dalla missione “competitività e sviluppo delle imprese” (59), e da quelle su “diritti sociali, politiche sociali e famiglia” (51) e “politiche per il lavoro” (49). I tecnici avevano suggerito di anticipare un primo assaggio della potatura dei bonus fiscali con la manovrina correttiva varata martedì, ma il Governo ha deciso di rimandare l’intervento nel suo complesso alla prossima legge di Bilancio.
I tagli alla spesa sono stati invece essenziali per comporre il puzzle delle coperture della correzione pari a 0,2 punti di Pil chiesta da Bruxelles. L’operazione è stata all’insegna dei tagli-semi lineari. Per la manovra autunnale il Governo farà invece leva sulla riforma del Bilancio dello Stato approvata la scorsa estate dal Parlamento, che rende strutturale e più vincolante la revisione della spesa. Già entro la fine di maggio, con un apposito Dpcm, si conoscerà il target di riduzione di spesa dei ministeri, che dovrà essere superiore al miliardo di euro. Altri interventi, seppure non troppo invasivi, dovrebbero essere previsti per enti locali e Regioni dalla manovra autunnale. Gli enti territoriali saranno sicuramente interessati dal potenziamento del processo di centralizzazione dei acquisti (il cosiddetto modello Consip), che costituirà l’altro serbatoio della “fase tre” della spending review.
Nel Pnr si afferma che per i prossimi anni la «Consip dovrà sempre più perseguire obiettivi di finanza pubblica, in attuazione di scelte e indirizzi governativi» sulla base di tre livelli di intervento. Il primo è direttamente collegato ai nuovi risparmi realizzabili proprio con la «piena messa a regime del “modello Consip”». La seconda coordinata individuata dal Pnr è quella dello «sviluppo, ovvero interventi di efficienza ed efficacia nel procurement pubblico». Il terzo livello è quello dei «“progetti-gara” di innovazione e sviluppo industriale» anche al fine di generare « significativi risparmi di gestione».
IL NODO BONUS FISCALI Già monitorati 610 sconti e agevolazioni: 444 riguardano il bilancio statale e 166 sono riconducibili alla finanza locale