L’Eu rop a accelera sul 5G
a L'Europa e l'Italia stanno accelerando sulla roadmap per il 5G, per portarci nella quinta generazione mobile tra il 2020 e il 2022 (a seconda delle zone). Le istituzioni competenti hanno individuato infatti le tre bande di frequenze privilegiate per fare 5G, mentre gruppi di lavoro specializzati sviluppano lo standard (siamo alla prima bozza). È partita la corsa, insomma, e la sfida ora appare non tanto tecnologica quanto politica. Non solo per liberare tutte le frequenze in tempo e in modo coerente con le grandi ambizioni del 5G; ma anche per mettere il mercato nelle condizioni migliori per generare vera innovazione da questo salto tecnologico. Si può apprendere questo stato di cose dalla lettura di un (interessante) rapporto pubblicato da Agcom (Autorità garante delle comunicazioni) in queste settimane, sul 5G. Secondo l'Itu (agenzia Onu) il 5G deve dare 10-50 Gigabit al secondo, con latenza massima di 1 millisecondo. A questo la Commissione Ue aggiunge che il 5G deve supportare la mobilità con velocità di almeno 500 km/h, una densità di dispositivi connessi pari ad almeno 1 milione per km2, un aumento dell'efficienza energetica con consumi ridotti del 90%; un'affidabilità non inferiore al 99,999%. L'Itu prevede che una prima release-15 Imt “pre-5G” sarà completa per giugno 2018, mentre una successiva Release-16 (il vero 5G) è prevista per la fine del 2019 – inizio del 2020. Grazie a tecniche di beamforming, massive mimo, network slicing il 5G darà una qualità personalizzata a seconda delle applicazioni .
L'Itu dice che per tutto questo gli operatori devono avere a disposizione almeno 100 MHz ciascuno. Secondo la Commissione, le frequenze sono soprattutto le 3.4-3.8 GHz, i 26 GHz (dove sono disponibili rispettivamente 400 MHz e 3 GHz) e i già noti 700 MHz (ora in mano alle tv), dove però sono disponibili al massimo 96 MHz (e al minimo 60). Il Governo ha accelerato i lavori di recente per soddisfare questi requisiti, collaborando con Agcom. Un punto da vedere è quanto spazio sarà riservato ai nuovi entranti, nei futuri bandi di assegnazione delle frequenze. Una ipotesi è di prevedere per i soggetti alternativi (per esempio quelli del fixed wireless broadband) frequenze 3.8-4.2 MHz.