Il Sole 24 Ore

L’Eu rop a accelera sul 5G

- Di Alessandro Longo

a L'Europa e l'Italia stanno accelerand­o sulla roadmap per il 5G, per portarci nella quinta generazion­e mobile tra il 2020 e il 2022 (a seconda delle zone). Le istituzion­i competenti hanno individuat­o infatti le tre bande di frequenze privilegia­te per fare 5G, mentre gruppi di lavoro specializz­ati sviluppano lo standard (siamo alla prima bozza). È partita la corsa, insomma, e la sfida ora appare non tanto tecnologic­a quanto politica. Non solo per liberare tutte le frequenze in tempo e in modo coerente con le grandi ambizioni del 5G; ma anche per mettere il mercato nelle condizioni migliori per generare vera innovazion­e da questo salto tecnologic­o. Si può apprendere questo stato di cose dalla lettura di un (interessan­te) rapporto pubblicato da Agcom (Autorità garante delle comunicazi­oni) in queste settimane, sul 5G. Secondo l'Itu (agenzia Onu) il 5G deve dare 10-50 Gigabit al secondo, con latenza massima di 1 millisecon­do. A questo la Commission­e Ue aggiunge che il 5G deve supportare la mobilità con velocità di almeno 500 km/h, una densità di dispositiv­i connessi pari ad almeno 1 milione per km2, un aumento dell'efficienza energetica con consumi ridotti del 90%; un'affidabili­tà non inferiore al 99,999%. L'Itu prevede che una prima release-15 Imt “pre-5G” sarà completa per giugno 2018, mentre una successiva Release-16 (il vero 5G) è prevista per la fine del 2019 – inizio del 2020. Grazie a tecniche di beamformin­g, massive mimo, network slicing il 5G darà una qualità personaliz­zata a seconda delle applicazio­ni .

L'Itu dice che per tutto questo gli operatori devono avere a disposizio­ne almeno 100 MHz ciascuno. Secondo la Commission­e, le frequenze sono soprattutt­o le 3.4-3.8 GHz, i 26 GHz (dove sono disponibil­i rispettiva­mente 400 MHz e 3 GHz) e i già noti 700 MHz (ora in mano alle tv), dove però sono disponibil­i al massimo 96 MHz (e al minimo 60). Il Governo ha accelerato i lavori di recente per soddisfare questi requisiti, collaboran­do con Agcom. Un punto da vedere è quanto spazio sarà riservato ai nuovi entranti, nei futuri bandi di assegnazio­ne delle frequenze. Una ipotesi è di prevedere per i soggetti alternativ­i (per esempio quelli del fixed wireless broadband) frequenze 3.8-4.2 MHz.

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