Il Sole 24 Ore

Alla k-Flex accordo sempre più in bilico

Mancano sei giorni alla scadenza della procedura di licenziame­nto per 187 lavorator i - Nuovo round il 26 apr ile

- Cristina Casadei

Il countdown della vertenza che riguarda L’isolante k-Flex segna meno 6 giorni. Il 26 aprile scade la procedura di licenziame­nto ex lege 223/91 per 187 lavoratori che è stata aperta dall’azienda, che fa prodotti isolanti in gomma, l’8 febbraio. Da allora i lavoratori sono in sciopero, mentre la settimana scorsa Filtecm Cgil e Femca Cisl hanno denunciato l’azienda alla sezione Lavoro del Tribunale di Monza per comportame­nto antisindac­ale. Motivo? Il verbale siglato il 28 dicembre 2016 da azienda e sindacati dove è scritto che «la direzione si impegna, in funzione dello stato attuale, a non aprire procedure di ri- duzione del personale per il 2017». Secondo il verbale le parti si sarebbero dovute incontrare in gennaio per «rivalutare gli impegni e la situazione predetta soprattutt­o tenendo conto delle novità relative al sito produttivo». Solo che l’8 febbraio l’azienda ha annunciato i licenziame­nti collettivi di 187 addetti. L’udienza è stata fissata per il 4 maggio, poco più di una settimana dopo la scadenza della procedura.

Intanto però il negoziato va avanti e ieri in regione Lombardia azienda e sindacati hanno iniziato ad entrare nel merito della trattativa. L’accordo appare lontano, in una nota k-Flex spiega che nonostante la proposta di accordo pre- sentata dall’azienda e basata su incentivo economico e politiche attive «le parti sociali hanno respinto la proposta di K-Flex e hanno avanzato delle richieste che purtroppo rendono residue le possibilit­à di giungere ad un accordo entro i termini della procedura». È stato comunque fissato un nuovo incontro per arrivare all’accordo o al non accordo l’ultimo giorno della procedura, il 26 aprile. I sindacati sono partiti dalla richiesta di «mantenimen­to del sito produttivo di Roncello», dice per la Filctem Matteo Moretti. E dall’offerta di qualche sacrificio, che non vuol dire dare il via libera al licenziame­nto di 187 persone e, continua Moretti, por- tare a casa «un incentivo che non copre neppure l’annualità garantita dal verbale del 28 dicembre». Dal canto suo l’azienda conferma la decisione di fermare la produzione a Roncello per «perdurante antieconom­icità» dovuta a «squilibrio tra domanda di mercato e costi/capacità produttiva dell’impianto» e «aggravamen­to e mancata risoluzion­e delle gravi problemati­che struttural­i dell’edificio sede della società e della produzione, che ha reso impraticab­ile la prosecuzio­ne dell’attività del sito».

«Se l’azienda dovesse fare un passo indietro e quindi si rientrasse dentro i contenuti del verbale non avrei personalme­nte proble- mi - dice il segretario generale della Filctem Emilio Miceli -. Il vero problema è che c’è una risposta troppo debole delle istituzion­i e della politica: col passare del tempo è venuta meno quella forma di pressione decisiva affinché l’azienda cambiasse il suo orientamen­to». Un accordo fra le parti potrebbe creare una cornice certa in attesa che il giudice stabilisca se la procedura di licenziame­nto collettivo dell’8 febbraio sia compatibil­e con il verbale siglato il 28 dicembre 2016 che neutralizz­a le tensioni occupazion­ali per un anno. Se sì e non viene fatto l’accordo prima il sindacato perde la sua battaglia, se no, i lavoratori evidenteme­nte acquistano potere contrattua­le se però ancora non è stato fatto l’accordo. Mercoledì si vedrà.

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