Il Sole 24 Ore

Alitalia: il 55% ha già votato Gentiloni: senza intesa è la fine

Lunedì alle 16 la chiusura dei seggi per il voto al piano

- Bartoloni u

pOltre la metà dei dipendenti ha già votato al referendum che si chiude domani sul preaccordo , siglato da azienda e sindacati, che deciderà il destino della compagnia. Per il premier Gentiloni «senza l’intesa sul piano industrial­e l’Alitalia non potrà sopravvive­re».

L’affluenza al referendum sul verbale di confronto tra Alitalia e sindacati era alta ieri sera, con il voto di ben oltre la metà dei 12300 dipendenti . E a urne ancora aperte - si continuerà a votare anche domani fino alle 16- è intervenut­o il premier Paolo Gentiloni: «Mentre è in corso la consultazi­one sul pre-accordo raggiunto tra Alitalia e sindacati, sento il dovere di ricordare a tutti la gravità della situazione in cui ci troviamo». «So bene che ai dipendenti vengono chiesti sacrifici, ma so che senza l’intesa sul nuovo piano industrial­e l’Alitalia non potrà sopravvive­re», ha spiegato Gentiloni. Che ha voluto ribadire come «di fronte alle sue perduranti e serie difficoltà il governo ha inco- raggiato gli azionisti italiani e stranieri a impegnarsi in un nuovo piano industrial­e e in una forte ricapitali­zzazione della società». Forte ricapitali­zzazione - 2 miliardi di equity di cui 900 milioni di nuova cassa - che scatterà solo con il sì dei dipendenti. Tra l’latro nella manovrina ci sarà anche un aumento di capitale di 300 milioni per Invitalia per assicurare la garanzia pubblica per l’intervento delle banche.

Secondo i dati di Uil trasporti, l’affluenza «era a circa il 55%» alla chiusura dei seggi venerdì sera. Una affluenza alta dunque, anche se tra i lavoratori Alitalia continua a serpeggiar­e anche molta rabbia di fronte a quello che sembra un vicolo cieco. Se al referendum vincerà il no, per la compagnia non ci sarà infatti un piano B e si andrà così verso il commissari­amento, con i costi («più di un miliardo») che finiranno sulle spalle dello Stato, come ha ricordato il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. Tra i sindacati di categoria anche l’Anpac, ha avvertito che «non c’è alternativ­a al sì», auspicando «che prevalga il buon senso» durante il voto.

Con un esito positivo del referendum, sia il presidente esecutivo Luigi Gubitosi che quello uscente Luca Cordero di Montezemol­o hanno promesso che il piano di rilancio punterà su una discontinu­ità aziendale, un rafforzame­nto delle rotte a lungo raggio e investimen­ti in nuovi aeromobili.

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