La Bce pronta a interventi di liquidità
Alle r iunioni Fmi di Washington i banchier i centrali discutono sulle possibili ripercussioni del voto francese - Il ballottaggio tra estrema destra e sinistra radicale r itenuto uno scenar io remoto
La Banca centrale europea è pronta a intervenire con iniezioni di liquidità nel caso che domani, alla riapertura dei mercati, il primo turno delle elezioni presidenziali francesi provochi violente turbolenze, secondo due governatori che fanno parte del consiglio della Bce, agli incontri del Fondo monetario a Washington. Entrambi però tendono a escludere che ce ne sarà bisogno. Non si tratta per le banche centrali di una situazione nuova, in quanto si mantengono sempre in continua consultazione quando ci sia una soluzione di rischio potenziale, come è avvenuto l’anno scorso per il referendum britannico per l’uscita dall’Unione europea, ma è chiaro che in questo caso la Bce si troverebbe di fronte a una crisi che coinvolgerebbe la seconda economia dell’unione monetaria. L’esito elettorale temuto dai mercati è un primo turno da cui escano Marine Le Pen e Jean-Luc Mélenchon, i due candidati anti-euro.
«Gli strumenti a disposizione delle banche centrali – ha detto il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, li abbiamo usati e annunciato che li avremmo usati nella situazione di Brexit. Non credo che ci sarà una situazione di questo tipo nei prossimi giorni. Ci sono strumenti che ovviamente riguardano la liquidità e possiamo attivarli rapidamente. I mercati sanno che li abbiamo». Si tratta di strumenti, ha osservato Visco, «utilizzabili quando serve e come serve». Il problema è «più di lungo termine, più prospettico: bisognerà vedere che succederà, per esempio sugli spread, ma è una questione che trascende gli interventi monetari».
Secondo il governatore della Banca centrale austriaca Ewald Nowotny, la Bce potrebbe addirittura fornire liquidità di emergenza alle banche francesi, attraverso la sportello Ela (usato per le banche greche), ma lui stesso ha detto di prevedere che non sarà necessario. «Se ci fossero problemi specifici sulla liquidità per alcune banche francesi, la Bce ha l’Ela – ha detto Nowotny – ma naturalmente non ci aspettiamo movimenti particolari». Visco ha spiegato che l’Ela va attivato su richiesta della Banca centrale del Paese, in base alle regole già fissate. L’ipotesi sembra tuttavia estrema, dato fra l’altro che le banche francesi dispongono di abbondante liquidità propria.
Secondo un altro banchiere centrale europeo presente a Washington, la Bce potrebbe ricorrere, oltre alle iniezioni di liquidità alle banche e ai normali rifinanziamenti, alla concentrazione nei giorni immediatamente successivi al voto di parte degli acquisti di titoli francesi (ed eventualmente del debito di altri Paesi coinvolti dal contagio: i principali indiziati sono Italia, Portogallo e Spagna) già previsti dal programma di Qe.
Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha dal canto suo affermato che non è prevista alcuna riunione dell’Eurogruppo (i ministri finanziari dell’area euro) per domenica sera. Nei giorni scorsi il capo economista del Fondo monetario, Maurice Obstfeld, aveva dichiarato che fra i programmi elettorali a favore di un’uscita dal- l’euro e l’effettiva uscita dall’unione monetaria occorrono diversi passi. Un parere che è stato ribadito a Washington da diversi esponenti delle istituzioni internazionali. Osserva una fonte monetaria che, al di là degli aspetti legali che richiedono appunto numerosi passaggi, non va dimenticato che anche i sondaggi più recenti mostrano una larga maggioranza dell’opinione pubblica a favore della permanenza nell’euro.
Un altro banchiere centrale europeo è convinto invece che il voto francese presenti un potenziale «al rialzo» per lo scenario dell’eurozona. In caso di elezione di Emmanuel Macron, non solo verrebbe superata l’incertezza attuale, ma la Francia finalmente intraprenderebbe le riforme strutturali di cui ha bisogno. Questo ridimensionerebbe lo spread e migliorerebbe le prospettive dell’economia francese. Secondo la stessa fonte, questo potrebbe fornire un impulso alla riforme anche in Italia.
Molti osservatori di mercato presenti a Washington seguono a loro volta minuto per minuto le elezioni francesi. Secondo Francesco Garzarelli, di Goldman Sachs, l’attuale spread Oat-Bund di 70 punti base è già in linea con situazioni di crisi, ma una vittoria di Le Pen-Melenchon potrebbe ampliarlo in modo significativo, di 30-40 punti, in caso di un aumento della percezione di rischio sistemico, o anche di 80 se la Francia venisse equiparata all’Italia. Un esito elettorale positivo, secondo gli economisti di mercato interpellati dal Sole 24 Ore a Washington, avvantaggerà, in termini di spread, non solo la Francia, ma anche Italia e Spagna, in quanto ridurrà il rischio di una rottura dell’unione monetaria.