Il Sole 24 Ore

L’ex premier chiude al «Provincell­um» e tende la mano al M5S

- Emilia Patta Manuela Perrone

«Non facciamo giochetti. Sa che cosa hanno in mente? Hanno in mente il Provincell­um, un sistema che non ha preferenze, che fa finta di avere i collegi ma poi non si sa se passa il tuo candidato o no». Il giorno dopo l’iniziativa del capo dello Stato, che ha convocato al Colle i presidenti delle Camere per chiedere un’accelerazi­one sulla riforma della legge elettorale in modo da uniformare i due sistemi di Camera e Senato, Matteo Renzi vuole mettere dei precisi paletti che sembrano andare soprattutt­o contro Forza Italia. È noto infatti che Silvio Berlusconi non ha mai amato né i collegi uninominal­i secchi del vecchio Mattarellu­m né le preferenze.

Sulla carta, dunque, dopo la palese bocciatura del Provincell­um - che pure sembrava aver coagulato in commission­e a Montecitor­io il consenso di Pd, Fi, Mdp, Civici e innovatori e Lega - un accordo con il Movimento Cinque Stelle appare ancora più possibile. «I nostri vincoli – spiega il deputato Danilo Toninelli, che segue il dossier della riforma elettorale – sono chiari: no ai collegi uninominal­i finti, dentro un impianto proporzion­ale, perché servono ad aggirare le preferenze, che noi vogliamo. E no al premio di ammucchiat­a, che condanna gli italiani a restare vittime per sempre degli inciuci di partito».

Per il resto, il M5S è disponibil­e a ragionare su «correttivi di governabil­ità, purché siano seri e costituzio­nali»: collegi più stretti rispetto a quelli previsti dall’Italicum modificato dalla Consulta (che vanno da tre a nove seggi), soglie più alte, premio di governabi- lità o di maggioranz­a. «Ma ci facessero delle proposte in commission­e. Il Pd ha dieci disegni di legge, di cui sette presentati dopo il 4 dicembre. Qual è quello che vuole? Il cerino è in mano a loro. La nostra proposta, il Legalicum corretto al Senato senza i capilista bloccati, l’abbiamo presentata subito. Noi partiamo da lì».

Dunque premio alla lista e non alla coalizione, come vuole la maggioranz­a del Pd (Renzi ieri ha aperto alla coalizione solo se ci fosse il Mattarellu­m con i collegi uninominal­i, mentre lo schema per un sistema a base proporzion­ale è la corsa solitaria per poi

I PENTASTELL­ATI La linea di Toninelli: pronti a correttivi di governabil­ità su collegi non uninominal­i, soglie più alte e premio di maggioranz­a

cercare alleanze in Parlamento dopo il voto); premio di maggioranz­a alla lista che superi il 40% così come previsto ora alla Camera; superament­o del sistema dei capilista bloccati tramite l’introduzio­ne della doppia preferenza di genere. Quanto alle soglie di sbarrament­o, che Renzi vorrebbe alzare dal 3 almeno al 5, da parte del M5S non sembrano esserci ostacoli.

Si vedrà nei prossimi giorni in Parlamento - il testo base sarà depositato in commission­e Affari costituzio­nali della Camera il 2 o il 3 maggio, il termine per presentare emendament­i scadrà il 12 - se la chiusura di Renzi al Provincell­um è una reale scelta verso un accordo con il M5S oppure è un tentativo di scuotere Berlusconi e costringer­lo a sedersi al tavolo.

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