L’ex premier chiude al «Provincellum» e tende la mano al M5S
«Non facciamo giochetti. Sa che cosa hanno in mente? Hanno in mente il Provincellum, un sistema che non ha preferenze, che fa finta di avere i collegi ma poi non si sa se passa il tuo candidato o no». Il giorno dopo l’iniziativa del capo dello Stato, che ha convocato al Colle i presidenti delle Camere per chiedere un’accelerazione sulla riforma della legge elettorale in modo da uniformare i due sistemi di Camera e Senato, Matteo Renzi vuole mettere dei precisi paletti che sembrano andare soprattutto contro Forza Italia. È noto infatti che Silvio Berlusconi non ha mai amato né i collegi uninominali secchi del vecchio Mattarellum né le preferenze.
Sulla carta, dunque, dopo la palese bocciatura del Provincellum - che pure sembrava aver coagulato in commissione a Montecitorio il consenso di Pd, Fi, Mdp, Civici e innovatori e Lega - un accordo con il Movimento Cinque Stelle appare ancora più possibile. «I nostri vincoli – spiega il deputato Danilo Toninelli, che segue il dossier della riforma elettorale – sono chiari: no ai collegi uninominali finti, dentro un impianto proporzionale, perché servono ad aggirare le preferenze, che noi vogliamo. E no al premio di ammucchiata, che condanna gli italiani a restare vittime per sempre degli inciuci di partito».
Per il resto, il M5S è disponibile a ragionare su «correttivi di governabilità, purché siano seri e costituzionali»: collegi più stretti rispetto a quelli previsti dall’Italicum modificato dalla Consulta (che vanno da tre a nove seggi), soglie più alte, premio di governabi- lità o di maggioranza. «Ma ci facessero delle proposte in commissione. Il Pd ha dieci disegni di legge, di cui sette presentati dopo il 4 dicembre. Qual è quello che vuole? Il cerino è in mano a loro. La nostra proposta, il Legalicum corretto al Senato senza i capilista bloccati, l’abbiamo presentata subito. Noi partiamo da lì».
Dunque premio alla lista e non alla coalizione, come vuole la maggioranza del Pd (Renzi ieri ha aperto alla coalizione solo se ci fosse il Mattarellum con i collegi uninominali, mentre lo schema per un sistema a base proporzionale è la corsa solitaria per poi
I PENTASTELLATI La linea di Toninelli: pronti a correttivi di governabilità su collegi non uninominali, soglie più alte e premio di maggioranza
cercare alleanze in Parlamento dopo il voto); premio di maggioranza alla lista che superi il 40% così come previsto ora alla Camera; superamento del sistema dei capilista bloccati tramite l’introduzione della doppia preferenza di genere. Quanto alle soglie di sbarramento, che Renzi vorrebbe alzare dal 3 almeno al 5, da parte del M5S non sembrano esserci ostacoli.
Si vedrà nei prossimi giorni in Parlamento - il testo base sarà depositato in commissione Affari costituzionali della Camera il 2 o il 3 maggio, il termine per presentare emendamenti scadrà il 12 - se la chiusura di Renzi al Provincellum è una reale scelta verso un accordo con il M5S oppure è un tentativo di scuotere Berlusconi e costringerlo a sedersi al tavolo.