Ue, altolà all’Italia sull’inquinamento
Rischio di sanzione
pLa Commissione europea ha dato ieri due mesi all’Italia per mettersi in regola sul fronte dell’inquinamento nelle grandi città del paese. Bruxelles ha esortato il governo ad adottare misure appropriate contro l’emissione di PM10, vale a dire le cosiddette polveri sottili. La vicenda conferma che in alcuni campi ambientali – all’inquinamento dell’aria si aggiunge la gestione dei rifiuti – l’Italia continua ad essere drammaticamente in ritardo nel rispettare le norme comunitarie.
«La decisione odierna fa seguito a un’ulteriore lettera di costituzione in mora inviata all’Italia nel giugno 2016. Se l’Italia non si attiverà entro due mesi, la Commissione potrà deferire il caso alla Corte di giustizia dell’Unione», ha spiegato l’esecutivo comunitario. La direttiva violata dall’Italia risale al 2008: prevede valori limite di concentrazione di PM10 annua (40 microgrammi/m3) e giornaliera (50 microgrammi/m3), da non superare più di 35 volte per anno civile.
Per quanto riguarda il valore limite giornaliero, le 30 zone interessate alla procedura di infrazione sono situate nelle seguenti regioni: Lombardia, Veneto, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Campania, Marche, Molise, Puglia, Lazio e Sicilia. L’avvertimento si riferisce inoltre ai superamenti del valore limite annuale in nove zone: Venezia-Treviso, Vicenza, Milano, Brescia, due zone della Pianura padana lombarda, Torino e Valle del Sacco (Lazio).
Interpellato durante un punto-stampa quotidiano, il portavoce della Commissione Enrico Brivio non ha voluto fare previsioni su una eventuale multa contro l’Italia se questa non rispettasse le regole comunitarie: «Non voglio speculare. Speriamo che i paesi membri rispettino le regole senza dover andare per le vie legali (…) In altri casi ambientali, comunque, le multe sono state stabilite secondo alcuni parametri: la gravità dell’infrazione, la durata dell’infrazione, il peso economico del paese».
Da Roma, il leader del movimento ecologista Sole che ride Angelo Bonelli ha stimato che «l’Italia rischia una sanzione da un miliardo di euro». Secondo l’uomo politico, «il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha fallito e farebbe bene a dimet-
NEL MIRINO La direttiva violata risale al 2008 e si riferisce al superamento dei valori limite di concentrazione delle polveri sottili
tersi». La Commissione ha avviato procedure di infrazione per livelli eccessivi di particolato PM10 nei confronti di altri 15 Stati membri, oltre all’Italia. In due di questi casi (Bulgaria e Polonia) è stata adita la Corte di giustizia dell’Unione europea.
L’Italia è oggetto di una lunga serie di procedure di infrazione in campo ambientale, nonostante alcune regioni abbiano fatto particolari sforzi in questi anni, soprattutto nel riciclo della spazzatura. Tra le altre cose, in febbraio il governo italiano ha ricevuto una opinione ragionata sull’eccessivo inquinamento da diossido di azoto (No2). Altre procedure riguardano la gestione dei rifiuti in Campania, l’esistenza di discariche abusive, o l’inquinamento sonoro.