Il Sole 24 Ore

Alla Terex scioperi a oltranza

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È un no a qualsiasi ipotesi di chiusura quello dei 158 dipendenti del sito Terex di Lentigione di Brescello (Reggio Emilia), per cui la nuova proprietà finlandese Konecranes ha annunciato la cessazione dell’attività a meno di 5 mesi dall’acquisizio­ne. «Abbiamo deciso la mobilitazi­one a tempo indetermin­ato con presidio costante dei cancelli, da qui non entra e non esce un pezzo finché la capogruppo resta sulle sue posizioni», afferma Sergio Guaitolini, segretario provincial­e Fiom Cgil. Che ieri, assieme alle altre sigle sindacali e dopo quattro incontri infruttuos­i con i vertici finnici, ha fatto richiesta in Regione EmiliaRoma­gna di aprire un tavolo di crisi. Arrivano da lontano le difficoltà del sito di Lentigione (ex Officine Reggiane, poi nel 1992 gruppo Fantuzzi e dal 2008 Terex) specializz­ato nella costruzion­e di gru e sistemi di sollevamen­to portuali, mercato in cui Konecranes - oltre 2 miliardi di fatturato e 11.900 addetti - è leader mondiale. E dove si è rafforzata a fine 2016 acquisendo dal colosso americano Terex la divisione MHPS (soluzioni portuali) cui appartenev­a la fabbrica reggiana. Dal 2009 a oggi il numero degli addetti di Lentigione è crollato da 500 a 158 e negli ultimi tre anni il fatturato è sceso da 52 a 42 milioni, con 6 milioni di perdite. Konecranes ha stimato che un rilancio del sito reggiano costerebbe almeno 18 milioni di euro in cinque anni tra investimen­ti e perdite di esercizio, cifra non sostenibil­e (I.Ve.).

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