Sul Maggio spettro commissariamento
o preso il Maggio Musicale fiorentino come commissario straordinario nel febbraio 2013 con un bilancio che perdeva 10 milioni di euro, lo lascio oggi con un utile di oltre 1,3 milioni: ora il problema non è più dei gestori, ma dei soci fondatori che sono chiamati a ricapitalizzare». Francesco Bianchi, sovrintendente dimissionario del Maggio, si prepara – dopo quattro anni difficili, costellati da allarmi sui conti e scontri con i sindacati – a lasciare la guida della Fondazione a Cristiano Chiarot, in arrivo dalla Fenice, con una certezza: «Il conto economico è tornato a posto, tocca al Comune di Firenze e alla Regione Toscana intervenire per salvare il Maggio». Al 31 dicembre 2016 il patrimonio netto risultava negativo per 5 milioni, mentre l’indebitamento ammontava a 62 milioni.
«Occorre intervenire subito», ha ribadito il commissario straordinario del Governo per il risanamento delle Fondazioni liricosinfoniche, Gianluca Sole, nella lettera inviata ieri al presidente della Fondazione Dario Nardella. Sole ha chiesto «il tempestivo invio a questo ufficio della nuova versione del piano di risanamento» con le misure già sollecitate nella lettera del 20 gennaio scorso: cioè una ricapitalizzazione immediata da 10 milioni di euro, che dovrà essere seguita nel medio termine da altri 18 milioni. E siccome Comu- ne di Firenze e Regione Toscana difficilmente avranno i soldi da investire nel Maggio, per la Fondazione lirica fiorentina si apre, di nuovo, lo spettro del commissariamento.
Nell’attesa, l’addio di Bianchi ha un sapore amaro: «Il nostro bilancio è certificato, non come quelli di altre Fondazioni che iscrivono crediti ormai inesigibili. E il fatto che ci siano poste straordinarie, come quelle derivanti dalla rottamazione delle cartelle che hanno fatto risparmiare 1,5 milioni di sanzioni, non toglie nulla al risultato finale in utile. Ma al di là di questo anch’io, nella relazione al bilancio, ho espresso riserve sulla continuità aziendale».