Pirelli riduce il debito Entro l’anno in Borsa con l’ipotesi Piazza Affari
Tronchetti ridisegna il profilo finanziario: riduce il rapporto tra debito netto ed ebitda, taglia il costo del debito e allunga le scadenze Management e listino tricolori: l’ipotesi di quotazione a Piazza Affari entro l’anno
pPirelli accelera sulla quotazione. Il gruppo della Bicocca sbarcherà in Borsa nell’ultimo trimestre di quest’anno e non, come previsto i nizialmente, nei primi sei mesi del 2018 (data peraltro anticipata rispetto ai progetti iniziali che prevedevano la quotazione tra due anni). Per farlo il gruppo guidato da Marco Tronchetti Proverà ha messo in piedi un’operazione di ridefinizione del suo profilo finanziario che consente di centrare tre obiettivi: una riduzione del rapporto tra debito netto ed ebitda sotto 3x, la riduzione del costo del debito e l’allungamento delle scadenze.
Nel dettaglio la scelta di ritornare sul mercato tra pochi mesi si spiega con alcune considerazioni. In primo luogo lo scenario macro economico, con l’economia americana ormai ripartita e l’Europa che evidenzia una volatilità ridotta sul mercato dell'equity e del debi- to. In questo contesto, peraltro, il primo trimestre dell'anno in corso ha evidenziato una sostenuta crescita delle ipo con il mercato orientato ad apprezzare sempre più operazioni con una componente industriale importante, come nel caso di Pirelli, nel frattempo trasformata in una “Pure Consumer Tyre Company” concentrata sull’alto e altissimo di gamma. Da qui la scelta di creare le condizioni più favorevoli per riportare il gruppo della Bicocca in borsa, da dove era uscito nel novembre 2015 a seguito dell’Opa lanciata da Marco Polo. Attualmente Pirelli ha un debito netto intorno ai 4,9 miliardi, con un rapporto con l’ebitda intorno a 4 volte. Nei piani iniziali dell’azienda era previsto che il ritorno in Borsa avvenisse con un rapporto intorno a 3. Per centrarlo è stato così organizzato – sotto la regia di Banca Imi, JP Morgan e Morgan Stanley che saranno anche i global coordinator dell’Ipo - un finanziamento a Marco Polo di 1,2 miliardi che sarà girato in aumento di capitale su Pirelli e che consentirà di abbattere il debito portando la leva sotto 3 come previsto. Contestualmente, inoltre, sarà rifinanziato il debito contratto in occa- sione della fusione con Marco polo e pari a 6,4 miliardi di cui tirati circa 4,5 miliardi
Pirelli così si presenterà con i numeri promessi sul mercato, molto probabilmente piazza Affari o comunque un altro listino internazionale di rilievo. L’ipo sarà sostanzialmente una offerta pubblica di vendita da parte degli attuali azionisti di Marco Polo, partecipata al 65% da ChemChina, al 22,4% Camfin e al 12,6% dai russi di LTI. Il gruppo cinese scenderà almeno al 50 percento, ma non è escluso che la quota in vendita sia superiore. Così come Rosneft e Camfin ridimensioneranno le partecipazioni in essere. La dimensione del collocamento non è ancora definita ma è presumibile possa essere intorno al 30%. Proprio con la vendita delle quote sarà rimborsato il prestito di 1,2 miliardi di Marco Polo appena perfezionato. Completando così l’intero riassetto.
pIl
L’IPO Verso un’Opv da parte degli attuali azionisti di Marco Polo, partecipata al 65% da ChemChina, al 22,4% Camfin e al 12,6% dai russi di LTI