Il Sole 24 Ore

Salini Impregilo: nuovi ordini per 2,2 miliardi da inizio 2017

Disco verde al bilancio 2016 - L’ad Salini: «Grandi r isultati»

- Ce.Do.

pSalini Impregilo ha messo in cascina, da inizio anno, 2,2 miliardi di nuovi ordini, tra commesse già acquisite e quelle in corso di finalizzaz­ione, e ieri l’assemblea dei soci ha approvato il bilancio 2016 che si è chiuso con un utile di 64,6 milioni di euro e con ricavi a quota 6,12 miliardi. «È stato un anno di grandi risultati per il nostro gruppo - ha spiegato davanti agli azionisti il numero uno Pietro Salini -. Per il terzo anno di fila i risultati che abbiamo raggiunto hanno centrato, e in alcuni anni superato, i target particolar­mente ambiziosi che ci siamo posti». Insomma, gli obiettivi del nuovo piano industrial­e sono alla portata del general contractor. «Quel piano prevede una società che nel 2019 raggiunga la dimensione di 9 miliardi di ricavi», ha precisato Salini per poi porre l’accento sulla spinta garantita dal mercato americano (che, nel 2017, supererà il 30% nell’incidenza sul fatturato di gruppo), mentre alla fine di quest’anno l’asticella del fatturato, ha ricordato il top manager, dovrebbe registrare un incremento del 10% sui volumi del 2016. «I 2,2 miliardi del portafogli­o di lavori già acquisiti e la pipeline delle gare e dei lavori che stiamo trattando ci lasciano molto fiduciosi sul raggiungim­ento degli obiettivi e quindi confermo che anche quest’anno faremo una crescita importante in termini dimensiona­li».

La rotta futura, dunque, è tracciata. E, nel passare in rassegna le aree di interesse, Salini si è poi soffermato, a margine dell’assise, sul ruolo strategico del Nord Europa. «È un mercato importante - ha spiegato - perché ci dà stabilità ed è a basso rischio e quindi dà un contributo importante al piano che quello di ridurre l’impatto delle commesse che ci derivano da aree a basso rischio e di stabilire un giusto mix tra redditivit­à e rischio». Ma dove sono puntati i riflettori del gruppo? «Stiamo lavorando molto - ha chiarito ancora il ceo - per aumentare la nostra presenza in Francia e in tutta l’area del Nord Europa, dalla Danimarca alla Norvegia dove stiamo lanciando un numero di iniziative importanti». Quanto agli Usa e al futuro della controllat­a Lane Constructi­on, Salini non ha voluto sbilanciar­si sull’ipotesi di una quotazione del “braccio” statuniten­se, dal quale dovrebbe arrivare un con- tributo assai significat­ivo («ci aspettiamo un anno record nel 2017 da Lane e dagli Stati Uniti», erano state le parole pronunciat­e dallo stesso ceo, a metà febbraio, a una convention interna dei primi livelli del gruppo) «Quotarla? Vediamo - è stata la replica -. Per ora abbiamo in testa il piano industrial­e e seguiamo quello».

Ha parlato, invece, e diffusamen­te, il numero uno dell’integrazio­ne tra Fs e Anas e dei possibili riverberi collegati all’operazione. «Va nella direzione giusta - ha evidenziat­o l’ad -. Auspichiam­o che la concentraz­ione delle competenze possa consentire di avere un’unica stazione appaltante importante, ancora più strutturat­a rispetto a quanto già sono Fs e Anas, per potrer affrontare un piano di investimen­ti importante per le infrastrut­ture che hanno annunciato entrambe».

Tornando all’assemblea, dai soci è arrivato poi anche l’ok al dividendo di 0,053 euro per ciascuna azione ordinaria (0,26 per le azioni di risparmio) e al nuovo collegio sindacale: Giacinto Gaetano Sarubbi (presidente, espresso dalle minoranze), Alessandro Trotter e Teresa Cristiana Naddeo (sindaci effettivi), Piero Nordaro e Roberto Cassader (supplenti).

LE PROSPETTIV­E Il ceo: «Per fine anno prevediamo una crescita del 10% del fatturato. Quotare Lane? Vediamo, ora pensiamo solo al piano»

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