Caio: «Restituiamo le Poste più forti»
L’assemblea nomina il nuovo cda: Farina alla presidenza, Del Fante da oggi sarà amministratore delegato Via libera dei soci al dividendo di 0,39 euro: a Cdp 178 milioni, 151 al Tesoro
p «Restituiamo un’azienda più forte e più competitiva, ci hanno dato una bellissima nave e noi abbiamo imboccato la rotta vincente, quella che segue logiche di mercato e risponde alle esigenze del cliente. Il mio augurio è che continui in questa direzione. Come capitano ci si prende la responsabilità di tutta la rotta, ma come sempre il successo è di tutto l’equipaggio». Francesco Caio, amministratore delegato di Poste Italiane, ha concluso ieri con queste parole il suo mandato che ha visto a fine 2015 la quotazione in Borsa della società.
«Il compito del manager è quello di gestire una società e riconsegnarla più solida rispetto a quando è arrivato - ha aggiunto -. E questo lo abbiamo fatto: la società ha accresciuto i ricavi con un ritmo del 7-8 per cento all’anno, da 28 a 33 miliardi, abbiamo garantito un payout dell’80%, abbiamo ridotto la flessione del settore dei recapiti dal 10 all’1,5 per cento e garantito la crescita del risparmio gestito e del comparto assicurativo».
Il bilancio tracciato dal manager non è però piaciuto a qualche piccolo azionista che ieri, in occasione dell’assemblea che ha approvato il bilancio e nominato il nuovo consiglio di amministrazione, ha contestato a Caio la performance del titolo in Borsa.
Le azioni di Poste Italiane da mesi sono scambiate a prezzi inferiori al prezzo di collocamento, pari a 6,75 euro (sono ferme attorno a 6,3 euro). All’ad uscente i piccoli azionisti hanno contestato la remunerazione riconosciuta a fronte della performance poco attraente del titolo. «Il titolo ha guadagnato il 30% in più rispetto a tutte le altre azioni del comparto - ha replicato il manager -. E questo è un fatto». A Mimi Kung, consigliere di amministrazione di Poste e membro del comitato per la remunerazione, è stato lasciato il compito di precisare poi la remunerazione di Caio, che nel 2016 è stata pari a 1,5 milioni.
«In questi tre anni abbiamo fatto più di quanto pensassi di poter fare - ha chiosato il manager uscente -. Abbiamo semplificato, dismesso partecipazioni non ritenute strategiche, abbiamo nel frattempo investito. Nel 2016 abbiamo fatto più di 450 milioni di investimenti, e in buona parte sulla digitalizzazione. Ora restituiamo azienda più focalizzata, più forte, più competitiva. Questa caravella può competere nell’American’s Cup, può andare molto veloce».
Poste oggi è «ben impostata, pronta a proseguire nel suo percorso. Con orgoglio passo il testimone a un’altra donna. Un presidente donna in un’azienda composta al 53% da donne» ha detto ieri la presidente uscente, Luisa Todini, che ha lasciato il testimone alla nuova, Maria Bianca Farina. Oltre a Farina, ieri l’assemblea ha approvato la nomina in cda di Carlo Cerami, Antonella Guglielmetti, Francesca Isgrò, Roberto Rao e, in quota fondi di investimento, Giovanni Azzone, Mimi Kung e Roberto Rossi. Oggi pomeriggio il board si riunirà er nominare Matteo Del Fante ad e definire i membri dei tre comitati interni, remunerazione, controllo rischi e nomine. L’assemblea ha approvato la distribuizione di un dividendo di 0,39 euro per azione, che poertà a Cdp una cedola da 178 milioni e al ministero dell’Economia da 151 milioni. Il cda tornerà poi a riunirsi il 10 maggio per l’approvazione della trimestrale.