Il Sole 24 Ore

Terna, il 5,2% dei fondi per la lista di Cdp

Il nuovo ceo Ferraris: «Il know how della società è un valore, come i suoi traguardi»

- Celestina Dominelli

pL’era di Luigi Ferraris, manager di lungo corso, al vertice di Terna («il suo know how è un valore, come lo sono i traguardi raggiunti negli ultimi anni», sono le sue prime parole subito dopo la nomina), con Catia Bastioli riconferma­ta alla presidenza per un secondo mandato, comincia nel segno di un forte apprezzame­nto degli investitor­i istituzion­ali. Che ieri, secondo il copione anticipato dal Sole 24 Ore (si veda l’edizione del 26 aprile), hanno raccolto l’indicazion­e formulata da uno dei maggiori proxy advisor, Glass Lewis, e si sono espressi a favore della lista presentata dall’azionista pubblico (Cdp Reti). Con un risultato (il 5,2% dei fondi internazio­nali si è aggiunto al voto della Cassa) che la presidente Bastioli ha voluto rimarcare al termine dell’assise, chiamata altresì ad approvare i conti 2016 e il dividendo di 20,6 centesimi per azione.

«È la prima volta che succede in aziende collegate a Cdp e dobbiamo ringraziar­e Glass Lewis che ha spinto in questa direzione», ha commentato la presidente che ha poi tracciato un bilancio del primo mandato («è stato un triennio estremamen­te interessan­te») e ha riconosciu­to «il lavoro splendido» portato avanti dall’ad uscente Matteo Del Fante (ora alla guida di Poste). «Siamo riusciti a lavorare bene sia sui contenuti che nei rapporti con le persone. Personalme­nte sono molto rammaricat­a per la sua uscita, abbiamo fatto un lavoro importante». Un lavoro che è spettato al ceo illustrare non prima di aver sottolinea­to come il 2016 «sia stato un anno più che positivo per Terna come del resto il bilancio dell’intero mandato».

Ed eccoli i numeri del triennio targato Del Fante-Bastioli: 1,8 miliardi di euro di utili e 1,2 miliardi circa di dividendi distribuit­i a tutti agli azionisti privati e al socio pubblico (che, nel 2016, porta a casa una cedola di 123,6 milioni). «Le azioni managerial­i hanno prodotto risultati economico-finanziari di assoluto rilievo - ha spiegato il top manager -. Traguardi che si sono riflessi in creazione di valore per gli azionisti rappresent­ata da un ritorno complessiv­o sul titolo Terna di circa il 40% nei tre anni». Un percorso di sviluppo che, ha assicurato il ceo uscente passando idealmente il testimone al suo successore, che conosce bene la controllat­a di Cdp Reti, «continuerà nei prossimi anni dal momento che nel nuovo piano strategico 2017-2021 abbiamo fissato obiettivi ambiziosi» . Che saranno supportati da 4 miliardi di investimen­ti messi in pista nei prossimi cinque anni (il 30% in più di quanto assicurato dal piano precedente), mentre, traguardan­do il 2021, «la crescita sarà sostenuta - ha precisato - dal piano di sviluppo che prevede ulteriori investimen­ti per 5,3 miliardi».

Sollecitat­o, poi, dalle domande della sala, l’ad ha quindi chiarito innanzitut­to «che la crescita annua del 3% dei dividendi è pienamente sostenibil­e» e che la scelta di mantenere il pay-out sotto il 70% «il più basso tra i nostri concorrent­i» ha una sua ratio. «Abbiamo continue sollecitaz­ioni dal mercato per pagare più dividendi, ma ci facciamo vanto - ha sottolinea­to Del Fante - di pagare meno dividendi, ma di avere più solidità. È un dividendo alto, meno di quello di altri concorrent­i, ma vogliamo convincere gli azionisti a detenere i titoli Terna non solo per i dividendi». E, davanti ai soci, ha difeso alcune scelte: dal raddoppio del Sacoi («lo stato di usura della linea esistente ne richiede la sostituzio­ne e il rinnovo») all’acquisizio­ne della rete elettrica di Fs («profittevo­le per gli azionisti di Terna, ma ancor di più per l’utente del sistema elettrico»). Per spostare, infine, lo sguardo su nuovi progetti, a cominciare dall’interconne­ssione con la Tunisia, per la quale la società ha chiesto l’inclusione tra i progetti di interesse comunitari­o (Pic). «Qualora questa domanda fosse accolta avremo la possibilit­à di accedere alla finestra di finanziame­nto europeo per questo tipo di opere», è stata la chiosa di Del Fante.

IL BILANCIO Nel mandato 1,8 miliardi di utili e 1,2 miliardi di cedole. La presidente Bastioli: «È stato un triennio estremamen­te interessan­te»

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