Rcs ritrova l’utile e la pace tra i soci
Fusione con Cairo non immediata
la pace in Rcs e dopo cinque anni ricompare in assemblea Diego Della Valle, direttamente sul palco. Archiviata la contesa che aveva infiammato l’estate a colpi d’Opa e contro-Opa, Urbano Cairo, oggi saldamente al controllo con il 59,83%, ha assicurato che ci sono rapporti ottimi con tutti gli azionisti che avevano partecipato alla cordata antagonista e che sono rimasti nel capitale, con Della Valle (che ha arrotondato recentemente la sua quota al 7,6%), con Marco Tronchetti Provera, con Carlo Cimbri, con Alberto Nagel e anche con Andrea Bonomi. L’editore - che per i mesi del 2016 in cui ha iniziato a lavorare nel gruppo ha prestato servizio a stipendio zero - li ha citati tutti, nome per nome. «Del resto - ha sottolineato dopo avere incassato l’unanimità dell’assemblea al bilancio - il ritorno all’utile non può che far piacere, a me e a tutti gli azionisti». Il 2016 si è chiuso con un utile consolidato di 3,5 milioni, ma l’obiettivo dichiarato per il 2107 è di arrivare a 45 milioni. I primi due mesi, con un incremento dell’Ebitda dell’ordine di 10 milioni, lasciano ben sperare per il raggiungimento del target di 140 milioni, che rappresenterebbe un aumento del 40% sul 2016. «C’è ancora molto da fare - ha commentato Cairo - ma le cose stanno andando piuttosto bene».
Tant’è che per il presidente, ad e azionista di controllo è già l’ora di rinegoziare il debito. È «opportuno» farlo - ha osservato Cairo - dal momento che Rcs paga «un tasso importante, legato a un andamento più problematico del passato». A parte la politica dei risparmi - nella quale l’editore piemontese è riconosciuto maestro - i restyling dei prodotti editoriali stanno avendo buoni riscontri. Cairo ha citato il supplmento di economia del Corriere che «a marzo ha registrato un fatturato di circa 1 milione rispetto ai 440mila euro dello stesso mese del 2016» e Sette, che in aprile - con solo un numero del nuovo settimanle in edicola - «ha già triplicato la raccolta». A chi chiedeva se ci fosse interesse a rilevare qualche attività che fosse eventualmente messa in vendita dal gruppo Il Sole24Ore, Cairo ha risposto: «Non ho minimamente guardato il dossier, ma conosco l’ad Franco Moscetti, che stimo, e penso che il gruppo sia in buone mani». Per il resto, l’assemblea ha approvato la delega a disporre delle azioni proprie, pari allo 0,8% del capitale, che potranno essere ricollocate sul mercato o utilizzate per operazioni di scambio, ma non c’è una destinazione precisa a oggi. Cautela infine sulla possibilità di una fusione Rcs-Cairo Communication. «È un’ipotesi che, se si volesse seguire, sarebbe da studiare, ma in un futuro non immediato. Vedremo se è opportuno», ha detto l’editore di entrambi i gruppi.