Espresso: ok a fusione nasce il gruppo Gedi
Repubblica e Stampa insieme
p «È un grande passo per il gruppo che diventa la prima società italiana editrice di giornali». Carlo De Benedetti ha annunciato così all’Assemblea degli azionisti del Gruppo Espresso l’aumento di capitale che darà vita a Gedi Gruppo Editoriale, la nuova realtà in cui si uniranno il Gruppo presieduto da De Benedetti (che edita, fra gli altri, La Repubblica e L’Espresso) e Itedi, editrice de La Stampa e Il Secolo XIX e di proprietà di Fca e famiglia Perrone. L’assemblea ha deliberato l’aumento del numero dei componenti del consiglio di amministrazione da 11 a 14, nominando consiglieri John Elkann, Carlo Perrone e Elena Ciallie.
C’è voluto poco più di un anno per arrivare a questo matrimonio di carta che, almeno per il momento, vedrà le testate continuare a operare sul mercato in maniera autonoma. Il 2 marzo 2016 i due gruppi firmarono un memorandum of understanding. Il 30 luglio è arrivato l’accordo quadro seguito, a marzo di quest’anno, dai via libera di Antitrust (dopo misure correttive sulla raccolta locale a Genova e Torino) e Agcom, che ha quantificato in 19,88% il peso delle due realtà quanto a tirature nazionali (20% il limite). Nell’anno sono state cedute 5 testate locali (pur con raccolta pubblicitaria rimasta in capo alla Manzoni).
Con l’aumento di capitale riservato di 80 milioni di euro, azioni del gruppo Espresso vanno a Fca e Ital Press (famiglia Perrone). Alla fine del processo la Cir deterrà il 43,4% delle azioni e Fca oltre il 14%. Successivamente Fca distribuirà le azioni ai propri azionisti, fra i quali Exor che si troverà con oltre il 4% del nuovo gruppo. In questo quadro va letta la dichiarazione del presidente di Exor John Elkan sulla «volontà di Exor di essere il secondo maggiore azionista di Gedi dopo l’azionista di controllo Cir» facendo presagire un aumento dell’impegno in futuro. Dall’altra parte anche Carlo Perrone ha confermato l’impegno a lungo termine nell’editoria e ha comunicato di aver acquisito, sul mercato, altre 1,7 milioni di azioni della nuova società.
«In un mercato debole è meglio essere forti», ha dichiarato l’ad del Gruppo Espresso Monica Mondardini, per un’operazione che «porterà sinergie per circa 15 milioni e presenta un indubbio valore industriale». All’appuntamento il Gruppo Espresso è arrivato con un fatturato consolidato di 136,4 milioni e un utile netto di 5 milioni nel primo trimestre. I dati si confrontano con un fatturato 2016 di 135,9 milioni e un utile di 5,5 come da una trimestrale pro-forma, visto il deconsolidamento di cinque testate.