Mondadori, spazio per tornare a dividendi
M. Berlusconi: nessun contatto con Vivendi
pDopo sette anni la Mondadori, con l’esercizio in corso, potrebbe tornare al dividendo. Lo ha detto l’amministratore delegato del gruppo, Ernesto Mauri, parlando a margine dell’assemblea dei soci. «Per il 2017 prevediamo una crescita dell'utile netto intorno al 30% - ha spiegato il manager - e c’è tutto lo spazio per distribuire il dividendo, ma la scelta dipenderà ovviamente dall’azionista». Comunque secondo l'amministratore delegato del gruppo editoriale «ci sono tutte le condizioni».
«Dobbiamo guardare all’estero, è doveroso» ha aggiunto Mauri, aggiungendo che «stiamo guardandoci attorno attentamente in un comparto nel quale operiamo: non ci sono operazioni in vista, ma Mondadori non vuole fermarsi dove è arrivata». La volontà è quella di «svilupparsi all’estero, nel digitale - aggiunge Mauri - dove siamo ancora piccoli e pensare a operazioni di consolidamento». L’amministratore delegato del gruppo di Segrate conferma che «nel primo trimestre l’andamento è in linea con la guidance, quindi positivo» e stima l’apertura «di 115-120 nuovi punti vendita nei prossimi 3 anni».
L’assemblea ha dato il via libera al voto maggiorato: «Non c'era alcun bisogno di blindarsi, noi potevamo contare già prima sulla maggioranza assoluta» ha detto il presidente di Mondadori, Marina Berlusconi. «Non c'è nessuna volontà di blindatura: scegliamo il voto maggiorato - aggiunge Marina Berlusconi - a margine dell'assise di Mondadori - semplicemente perché riteniamo che sia giusto avere una logica di investimento di lungo periodo, anche per dare al management la possibilità di fare scelte e di perseguire obiettivi di lungo periodo in totale serenità e riteniamo la stabilità dell'azionariato un valore per la società».
Marina Berlusconi è intervenuta anche sulla querelle Mediaset-Vivendi. «Non c'è nessun contatto» tra il mondo Berlusconi e Vivendi» ha detto a proposito del contenzioso con i francesi nato dal mancato acquisto di Mediaset Premium. «Il problema è tutto loro - aggiunge - e i francesi possono dire quello che vogliono: noi chiediamo solo che vengano rispettati gli impegni che si sono assunti e che ci venga risarcito il danno enorme che ci hanno provocato».