Unipol, possibile crescita in Bper Cimbri: valuteremo se superare il 5%
Il gruppo rafforza la presa su UnipolSai sopra il 70% del capitale
gruppo Unipol potrebbe aumentare la sua quota in Bper attualmente pari al 5% del capitale. Nel giorno dell’assemblea della controllata assicurativa UnipolSai, che ha approvato il bilancio 2016, Carlo Cimbri, ad del gruppo, fa il punto sui dossier chiave in cui è coinvolta la compagnia. Partendo, appunto, da Bper. Il gruppo detiene una partecipazione intorno al 5% nella banca e sulla carta potrebbe salire fino al 10% del capitale senza autorizzazioni. Una ipotesi che Cimbri non ha escluso: «valuteremo» ha detto l’a.d a margine dell’assemblea. Proprio nel corso dell’assise il direttore generale Matteo Laterza aveva spiegato, più in generale, che UnipolSai investe «o perché crede nel valore finanziario dell’investimento o per valorizzare tutte le attività in campo assicurativo sia con le agenzie che con il canale della bancassicurazione». «Abbiamo due banche - ha ricordato - con cui abbiamo accordi di bancassicurazione. Uno è il Banco Bpm con Popolare Vita che è un scadenza alla fine di quest’anno e con cui stiamo discutendo per verificare la possibilità di effettuare un rinnovo con reciproca soddisfazione. Poi c’è Bper con cui abbiamo fatto questo investimento (il 5% del capitale, ndr) che crediamo potrà dare ottimi risultati anche dal punto di vista finanziario, al di là degli sviluppi nel campo della bancassicurazione. Il titolo - ha infatti sottolineato - quota la metà del patrimonio netto tangibile».
Quanto al rinnovo della partnership nella bancassicurazione con il Banco Popolare, «non ho novità - ha detto Cimbri - abbiamo pro- rogato al 30 giugno il termine per l’esercizio della put, c’è ancora un po’ di tempo». Prosegue invece, e potrebbe perfezionarsi “entro quest anno” il progetto di creazione di una bad bank con la separazione della attività in bonis di Unipol Banca dal portafoglio crediti deteriorati. il progetto, ha spiegato Cimbri,è finalizzato a rendere più appetibile la “good bank” in vista di un possibile conferimento ad un’altra banca. Che sia Bper o un altro istituto. «Stiamo continuando a lavorare su quel progetto, si tratta di progetti complessi che afferendo a un mondo iperegolamentato richiedono tempo ma non abbiamo cambiato idea e vogliamo trovare la migliore soluzione possibile per rendere la banca possibile oggetto di scambio, di contribuzione ad altro gruppo bancario e nello stesso tempo stiamo lavorando per trovare la migliore soluzione possibile per l’interesse del gruppo nella gestione crediti deteriorati della banca». Unipol potrebbe cercare partner anche nella gestione degli Npl. Ma Cimbri giudica “sbagliata” una cessione “One shot”, cioè in blocco, delle sofferenze a «un operatore specializzato” perchè c’è «il rischio lasciar per strada molto del valore» mentre non vengono esclusi «accordi con qualcuno» su pezzi di portafoglio. «Ci mettiamo nella migliore posizione per valutare con serenità opzione» ha concluso.
Tale opzione, ovvero la creazione della bad bank, non esclude che si metta in cantiere la fusione tra Unipol e UnipolSai, una operazione che Cimbri ha detto che non è al momento allo studio. Ciò nonostante ai piani alti Finsoe, azionista di controllo, continua a rafforzarsi nella compagnia: la holding è salita al 70,56% del capitale sociale della compagnia assicurativa bolognese, quasi un punto percentuale in più rispetto alla precendente. Infine, sul fronte Rcs, giudizio positivo da parte di Cimbri sulla gestione di Urbano Cairo a Rcs: Con Cairo i rapporti sono «ottimi» e «siamo sicuramente soddisfatti di questo primo anno di gestione».
ENTRO L’ANNO Il gruppo va avanti sul progetto di una bad bank per separare la attività in bonis di Unipol Banca dal portafoglio di deteriorati
Unipol e UnipolSai