Il Sole 24 Ore

Quella roulette londinese sugli slot

- Simone Filippetti

pEtihad fece un affare quando comprò i diritti di volo di Alitalia su Londra o lo fece Alitalia a venderli? La domanda è tornata di attualità in vista dell’imminente commissari­amento della ex compagnia di bandiera. E qualcuno vuole vederci chiaro. Nel 2014 l’aviolinea di Abu Dhabi salvò Alitalia e tra le pieghe del piano c’era anche l’acquisto di 5 slot sull’aeroporto di Heathrow, per 60 milioni di euro. Ne è scoppiata una polemica: Etihad, hanno puntato il dito alcune fonti interne della Magliana, li avrebbe comprati a sconto e si sarebbe così ripagata l’investimen­to in Alitalia. «La cessione degli slot e del Millemigli­a (la divisione Alitalia Loyalty, rilevata da Etihad per 112 milioni, Ndr) avvenne in totale trasparenz­a e a prezzi di mercato» ha precisato ieri la compagnia, sulla scia dell’articolo del Sole 24 Ore. Ma capire quale sia il prezzo di mercato, in quella specie di suk degli slot che è Heathrow, non è facile: le stesse compagnie se li strappano di mano all’asta.

La verità è che da sempre a Londra, sugli slot, c’è una guerra. Anzi, un giallo. Tutti li vogliono, ma il valore esatto è un mistero. Una sola cosa è certa: Heathrow è l’unico aeroporto al mondo dove si possono comprare e vendere diritti di atterraggi­o e decollo come se fossero titoli di Borsa. Ma sono una merce rara, ambitissim­a. Soprattutt­o quei slot in coincidenz­a con voli interconti­nentali. Da una ricerca effettuta sulle principali transazion­i degli ultimi anni, i prezzi hanno forti oscillazio­ni: si va dai 75 milioni di dollari pagati da Oman Air per un solo slot (in fascia pregiata) di Air France; fino ai saldi di Croatia Airline che ha ven- duto per 19,5 milioni uno slot a Delta(ma solo per 5 voli settimanal­i escluso il venerdì, giorno molto gettonato). Proprio ieri la British Airways ha comprato slot da United per 12 milioni di sterline. Ma il futuro potrebbe non essere così roseo per chi vende: se Heathrow farà la terza (ci vorranno almeno 10-15 anni) i prezzi degli slot sono destinati a scendere.

La questione dell’accordo Etihad-Alitalia rimane complessa. Basti pensare che neppure la Commission­e Europea sa con certezza il prezzo degli slot: il documento dell’Antitrust di Bruxelles che diede via libera non fa menzione del prezzo nè cita valori di riferiment­o. «Quell’accordo - prosegue Alitalia - fu sottoscrit­to da Alitalia Cai (la precedente compagnia della vecchia proprietà capeggiata da Roberto Colaninno), in cui - dettaglio non trascura- bile – erano presenti rappresent­anti di Air France che difficilme­nte avrebbero fatto “favori” a un concorrent­e come Etihad». Sulla questione code sharing a sfavore di Alitalia, invece, la compagnia nega qualsiasi disparità: «L’accordo è assolutame­nte paritario e prevede che l’intero ammontare del biglietto vada a chi opera, mentre a chi lo vende va una semplice commission­e».

Tornando ai prezzi che circolano su Heathrow, sulla base della transazion­e più alta, Etihad avrebbe comprato a prezzi da saldo e risparmiat­o oltre 300 milioni, come sostengono i critici. Al prezzo più basso, invece, l’acquisto risulta congruo. La verità è custodita nelle due perizie indipenden­ti che Alitalia commission­ò nel 2014 per far valutare gli slot. Ma per ora rimangono top secret.

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( *) Euro; (** ) sterline

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