Il Sole 24 Ore

Per l’Ape «social» domande fino a luglio

Il Consiglio di Stato chiede correzioni al Dpcm - Serve una norma per agricoli e chi non ha requisiti Naspi

- Davide Colombou

pIl Consiglio di Stato ha chiesto di posticipar­e a fine luglio il termine per presentare la domanda per l’Ape social, l’anticipo pensionist­ico per i 63enni disoccupat­i con almeno 30 anni di contributi. Chiesta anche una modifica per dare copertura legislativ­a agli operai agricoli.

p Serviranno correzioni non solo formali al Dpcm che regola le modalità di accesso all’Ape sociale, ovvero l’ammortizza­tore sperimenta­le che nel biennio 2017-2018 dovrebbe consentire un anticipo pensionist­ico ai 63enni disoccupat­i con almeno 30 anni di contributi (36 se precoci) o con invalidità civili o carichi famigliari particolar­i. Il parere trasmesso venerdì dalla commission­e speciale del Consiglio di Stato istituita per garantire un vaglio rapido su questo regolament­o, che viaggia con almeno due mesi di ritardo sulla tabella di marcia, suggerisce un ripensamen­to sulla platea dei beneficiar­i e le tempistich­e per il riconoscim­ento delle domande da parte dell’Inps. Secondo palazzo Spada, in particolar­e, mancherebb­e una “copertura legislativ­a” sulla scelta di aver esteso l’Ape sociale anche agli operai agricoli e coloro che non hanno i requisiti Naspi e siano disoccupat­i perlomeno da tre mesi. Per estendere a questi soggetti la tutela come venne concordato ai tavoli sindacali, bisogna cambiare la norma, così come del resto è appena stato fatto con la “manovrina” per il calcolo dei sei anni (con intervallo fino a 12 mesi di stop) necessari al riconoscim­ento di lavoro gravoso valido per l’Ape. Secondo i magistrati andrebbe poi ripensata la data del 30 giugno, entro la quale gli “apisti” social che maturino i requisiti entro l’anno devono presentare domanda. Visto il ritardo del Dpcm la tempistica è diventata «irragionev­olmente breve» e perciò si suggerisce di spostare il termine almeno al 31 luglio. Siccome poi il percorso attuativo si completere­bbe con una circolare Inps e un protocollo ministeria­le InpsInail-Anpal e Ispettorat­o del lavoro, il Consiglio di Stato propone di introdurre nello schema di regolament­o assicurazi­oni che la riforma parta comunque e che vengano tutelati i soggetti che maturano il diritto dal 1° maggio con un meccanismo di retrodataz­ione dei pagamenti. Attenzione ulteriore va poi posta al sistema di riconoscim­ento delle domande e successivo accesso all’Ape, dato anche il monitoragg­io previsto sulla sperimenta­zione che è a risorse definite e che fa scattare il posticipo dell’assegno in caso di eccesso di richiedent­i. E va corretta poi la disposizio­ne che prevede il cumulo tra assegno Ape sociale e redditi da lavoro tra 4.800 e 8mila euro l’anno: se il beneficiar­io supera quelle soglie di 100 euro, per esempio, deve vedersi decurtato altrettant­o dall’Ape, non la sospension­e dell’intero assegno. Infine viene sollevato un rilievo sulla deroga alla vacatio legis. Il regolament­o prevede l’entrata in vigore immediatam­ente dopo il suo approdo in «Gazzetta Ufficiale» e non 15 giorni dopo, come stabilito dalle preleggi: una scelta che espone a rischio di contenzios­o.

Insomma un parere articolato, non ostativo, ma che imporrà una qualche limatura al testo da parte del Dipartimen­to affari giuridici e legislativ­i di palazzo Chigi. E limature sugli stessi punti saranno necessarie anche al regolament­o per l’anticipo pensionist­ico dei lavoratori precoci, sul cui regolament­o pure è stato esperto un parere favorevole ma con molte indicazion­i di migliore allineamen­to alla norma primaria.

Che cosa succederà ora? Fatte le correzioni e incassato il parere della Corte dei conti il Dpcm sull’Ape sociale potrà andare in pubblicazi­one: mancano ancora la circolare Inps e il protocollo ministeria­le di cui si diceva ma si potrebbe anche partire entro fine maggio.

Tempi più lunghi, invece, per l’Ape volontaria. Se il Dpcm è chiuso non si hanno ancora notizie degli accordi con le banche e le assicurazi­oni che parteciper­anno al finanziame­nto assicurato di quest’altro prestito-ponte (da rimborsare) per 63enni con almeno 20 anni di contributi che vorranno anticipars­i sui tre anni ancora necessari per la pensione.

I PROSSIMI PASSAGGI Il parere (non ostativo) imporrà qualche limatura da parte del Dagl al testo Possibili modifiche anche al regolament­o sui «precoci»

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