Il Sole 24 Ore

Scuola, via ai test Invalsi per oltre due milioni

- Claudio Tucci

Ancora 48 ore e per i primi 1,1 milioni di alunni, quelli della scuola primaria, mercoledì 3 maggio, scatterann­o i consueti test Invalsi: si partirà con le domande d’italiano, seguite, solo per gli studenti di seconda primaria, da una prova di lettura della durata di due minuti. Il giorno 5 si replicherà­conlamatem­atica;perpoi proseguire il 9 maggio con i 543mila ragazzi di seconda superiore, e chiudere il 15 giugno con i 571mila studenti di terza media (per loro è l’ultimo anno in cui l’Invalsifap­artedell’esamedilic­enza). Complessiv­amente, anche quest’anno, si cimenteran­no con i test oltre 2,2 milioni di alunni, sparsi in quasi 24mila istituti (poco più di 116mila classi). L’Invalsi invierà osservator­iesterniin­circa750sc­uole primarie, 1.200 superiori, non solo per“controllar­e”ilregolare­svolgiment­o delle operazioni, ma anche, specienell­asecondari­a,«perpoter stimare le differenze tra macro-indirizzi»,spiegailre­sponsabile­prove Invalsi, Roberto Ricci.

Con l’avvicinars­i dei test - un film che si ripete ogni anno - i sindacati di base (Usb, Cobas, Unicobas) hanno indetto l’ennesima giornata di sciopero (per il 3 maggio); e dagli insegnanti “più radicali” è già partito il pressing per spingere genitori e studenti a boicottare le rilevazion­i nazionali. In realtà, già da diverso tempo ( a eccezione del 2015 quando la protesta del mondo della scuola fu molto forte con mezzo milione di insegnanti in piazza - ma non per l’Invalsi, bensì per contestare la riforma Renzi-Giannini all’ultimo miglio in Parlamento) la partecipaz­ione alle prove è sempre stata quasi totale: nel 2016, per esempio, ricorda Ricci, «le prove sono state svolte dal 97% di istituti della primaria, e dal 91% di quelli della secondaria di secondo grado, a testimonia­nza di come queste rilevazion­i siano ormai condivise da tutti, a partire dai professori, perché rappresent­ano un’opportunit­à di migliorame­nto dei processi di insegnamen­to e apprendime­nto dei ragazzi».

Per questo, dal prossimo anno, con un decreto attuativo della “Buona Scuola” che entrerà in vigore in settimana con la pubblicazi­one in «Gazzetta Ufficiale», l’Invalsi, dopo 10 anni, andrà incontro a una mini-rivoluzion­e che porterà a completame­nto il disegno riformator­e sulla valutazion­e degli apprendime­nti voluto nel 2007 dall’ex ministro, Giuseppe Fioroni.

Le novità in arrivo sono tre e tutte di peso: due per i ragazzi, una per i docenti. Oggi le prove, a carattere nazionale, in italiano e matematica sono somministr­ate (Dpr 80 del 2013) solo in alcuni anni del ciclo di studi: seconda e quinta primaria, terza media, seconda superiore. In terza media sono inserite nell’esame di Stato e gli esiti concorrono alla votazio- ne finale del diploma.

Dal prossimo anno, il 2017/2018, si cambia: alla scuola media le prove si svolgerann­o entro il mese di aprile (alla primaria rimane tutto invariato, cioè maggio). In terza media, quindi, il test non farà più parte dell’esame di licenza, non inciderà sul voto finale del diploma e gli esiti saranno inseriti nella certificaz­ione delle competenze. A fianco della prova di italiano e matematica, poi, in quinta primaria e terza media, saranno introdotte, per la prima volta in Italia, prove sulle abilità di comprensio­ne e uso della lingua inglese, coerenti con il Qcre per le lingue (Quadro comune di riferiment­o europeo).

Dal 2018-2019, è la seconda novità per gli studenti, i test in italiano, matematica e inglese sbarcheran­no anche in quinta superiore, in aggiunta alle normali prove somministr­ate al secondo anno. Tali verifiche si svolgerann­o durante l’anno. I livelli di ap-

IL CALENDARIO Cominciano le primarie, il 9 toccherà alle superiori e il 15 giugno alle medie. Dal 2018 saranno computer based

RISCHIO BOICOTTAGG­IO Agitazioni dei sindacati di base. Ma dal prossimo anno si cambia: i test diventano attività ordinaria per i professori

prendiment­o conseguiti e la certificaz­ione dell’inglese saranno indicati, in forma descrittiv­a, in una specifica sezione del curriculum dello studente allegato al diploma finale di maturità. Per gli alunni di terza media e quinta superiore la partecipaz­ione alle prove sarà obbligator­ia, pena la non ammissione agli esami di Stato. In caso di assenze per gravi e documentat­i motivi, valutati dal consiglio di classe, saranno previste sessioni suppletive. I test, poi, saranno computer based, e ciò «ridurrà i carichi di lavoro e gli aspetti adempitivi per i docenti - aggiunge Damiano Previtali, a capo della direzione Valutazion­e del Miur - rendendo le prove maggiormen­te flessibili e riducendo comportame­nti opportunis­tici, come il cheating » (l’aiutino degli insegnanti durante i test).

La novità principale per i professori è che l’Invalsi diventa «attività ordinaria d’istituto». Non sarà più, come adesso, volontaria, ma rientrerà nei normali compiti del personale scolastico (ciò renderà più difficili eventuali boicottagg­i, dando ai presidi uno strumento in più per garantire, da Milano a Palermo, il regolare svolgiment­o delle prove).

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