Il Sole 24 Ore

Dietrofron­t Le Pen: l’uscita dall’euro può attendere

- Marco Moussanet

L’abbandono dell’euro da parte della Francia non è più la priorità assoluta del Front National, non è più centrale nel programma di Marine Le Pen.

Fin dalla sera di domenica 23 aprile, con il passaggio al secondo turno, era evidente che la Le Pen fosse alla ricerca di una soluzione a questo problema. Secondo tutti gli osservator­i, l’uscita dall’euro rappresent­a infatti un ostacolo insormonta­bile in vista del ballottagg­io, la certezza cioè di non avere alcuna possibilit­à di vincere. I francesi, nonostante i mugugni, non vogliono abbandonar­e l’Europa e tantomeno la moneta unica.

L’occasione si è finalmente presentata in questi ultimi giorni e si è concretizz­ata ieri. Approfitta­ndo dall’alleanza elettorale con il partito della destra sovranista “Debout la France” – il cui presidente Nicolas DupontAign­an verrà nominato premier in caso di vittoria della Le Pen – la leader dell’estrema destra rinvia la questione alle calende greche.

Il testo dell’accordo firmato dalla Le Pen e da Dupont-Aignan, che peraltro consente per la prima volta al Front National di uscire dall’isolamento politico in cui è sempre stato confinato, è abbastanza esplicito: «Il nostro impegno è per un patriottis­mo pragmatico che privilegi le decisioni di buon senso. La transizion­e dalla moneta unica alla moneta comune europea (sul modello dell’Ecu, ndr) non è quindi pregiudizi­ale alle decisioni di politica economica. Il calendario politico sarà adattato alle priorità e alle sfide immediate che il Governo francese dovrà affrontare. Tutto sarà comunque fatto per organizzar­e serenament­e la transizion­e monetaria e la messa in opera concertata da parte di ogni Paese del diritto a gestire la propria valuta e la propria banca centrale».

Per chi avesse ancora dei dubbi, ha provveduto a fugarli la giovane ma autorevole nipote della Le Pen, la deputata Marion Maréchal: «Per quanto riguarda l’euro, Marine Le Pen aspetterà le elezioni europee del 2018, nella speranza di veder arrivare al potere dei nostri alleati, in particolar­e in Italia. Poi inizierann­o i negoziati per difendere gli interessi della Francia. Sull’abolizione della direttiva sui lavoratori distaccati, per esempio, sulla primazìa del diritto francese rispetto a quello europeo, sulla possibilit­à di prendere misure protezioni­stiche e sulla questione della moneta. Al termine di queste trattative, che dureranno probabilme­nte molti mesi, ci sarà il referendum. Sarà un lungo dibattito, ci vorranno forse molti anni prima che questa storica decisione venga presa».

Rispetto al programma della Le Pen e alle dichiarazi­oni mille volte reiterate sul fatto che «il negoziato inizierà subito e durerà poco», che il referendum «si svolgerà entro sei mesi», la svolta è netta. Con l’evidente obiettivo di tranquilli­zzare e sperare che questo basti ad attirare altri elettori della destra, una parte consistent­e di quelli che al primo turno hanno scelto François Fillon.

VERSO IL BALLOTTAGG­IO Formalizza­ta l’alleanza con la destra sovranista, il cui leader, Dupont-Aignan, sarà premier in caso di vittoria del Front National

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