L’Italia spinge i mobili da ufficio
Segno di una ripresa degli investimenti - Per Csil la crescita delle vendite nel mercato interno proseguirà anche nel 2017 Bene Usa e Regno Unito ma crolla il Medio Oriente dopo il boom del 2015
La ripresa dell’industria dei mobili e sistemi per l’ufficio nell’ultimo anno potrebbe essere una conferma della (pur lenta) ripresa in atto nel nostro Paese. Dal momento che le aziende del settore non beneficiano del bonus mobili (la cui applicazione è riservata agli arredi acquistati per le abitazioni), l’exploit registrato nel 2016 sul mercato interno (+11%) secondo i dati diffusi da FederlegnoArredo, potrebbe riflettere una ripartenza degli investimenti, da parte delle aziende, per il rinnovo o l’ampliamento dei propri ambienti di lavoro. Ma anche la diffusione di nuovi modelli organizzativi, più flessibili, e di fenomeni come il coworking o lo smartworking, che richiedono soluzioni innovative e ad hoc.
Fenomeni che hanno spinto le aziende italiane produttrici di arredi per l’ufficio a ripensare la propria offerta, aprendo nuovi segmenti di mercato. Il settore ufficio – uno di quelli che aveva sofferto di più negli ultimi sette anni all’interno del comparto arredamento – ha perciò ritrovato slancio: secondo i dati di FederlegnoArredo, nel 2016 la produzione nel complesso è aumentata del 7,5% rispetto all’anno precedente, raggiungendo un valore di 1,2 miliardi. Il dato più interessante è che l’incremento della produzione destinata al mercato Italia supera quella rivolta all’estero (+2,6%). Il rallentamento nella crescita delle esportazioni è legato al tonfo sui mercati del Medio Oriente che, viceversa, nel 2015 avevano registrato performance importanti.
Confermano questo cambio di rotta dei Paesi arabi anche gli analisti di Csil (Centro studi industria leggera). «La causa principale è il crollo del prezzo del petrolio, che ha fermato molti progetti immobiliari in corso soprattutto negli Emirati Arabi Uniti e in Arabia Saudita», spiega Mauro Spinelli, analista Csil.
Occorre tuttavia fare una distinzione: le elaborazioni Csil si basano su una base merceologica differente rispetto a quella di FederlegnoArredo (che comprende, oltre ai mobili per l’ufficio in senso stretto, anche i sistemi per l’ufficio, come ad esempio le pareti), perciò i dati finali discostano: Csil fotografa un andamento negativo sul fronte delle esportazioni (-5,8% rispetto al 2015), dovuto soprattutto al dimezzamento del mercato mediorientale e alla situazione ancora difficile sul mercato russo, che dal 2011 a oggi ha perso oltre un terzo del valore per i prodotti italiani, scendendo da 32 a 10 milioni di euro. E anche la produzione, prevista in crescita del 3% nel 2017, è negativa nel 2016 (-3%). Si conferma invece il recupero sul mercato interno (+1%). «Il problema dell’export – aggiunge Spinelli – è che sono andati male proprio i mercati che invece avevano maggiormente sostenuto le esportazioni nel 2015 e che presentano le potenzialità maggiori, grazie all’elevato tasso di costruzioni».
Le grandi commesse sono infatti una voce importante per il settore ufficio: il contract vale oggi circa il 30% del fatturato del comparto. Per questo l’andamento delle vendite può subire oscillazioni anche molto forti da un anno all’altro. Così si spiegano i tonfi registrati in Arabia Saudita e negli Emirati (con vendite dimezzate secondo Csil), ma anche gli ottimi risultati messi a segno negli Stati Uniti (+43%) e nel Regno Unito (+29%), Paesi dove hanno sede i maggiori studi di architettura e progettazione internazionali.
Le previsioni inoltre, osserva Spinelli, sono incerte: «Per il 2017 prevediamo un aumento della produzione attorno al 3%, con un mercato interno ancora in espansione attorno all’1%, ma restano alcune ombre sui mercati più promettenti, per questioni di natura geopolitica». È il caso dell’Iran, che al momento non rappresenta volumi particolarmente elevati, ma che ha grandi potenzialità, ora messe a rischio dalle frizioni con la nuova amministrazione degli Stati Uniti.
«La crescita del commercio internazionale stagnerà con effetti anche sulle esportazioni italiane – dice ancora Spinelli –. Il miglioramento registrato dall’economia italiana ha arginato la caduta del mercato interno, ma gli investimenti delle imprese sono ancora molto limitati e hanno iniziato a presentare i primi effetti sul comparto solo nel 2016 per poi perdere slancio già nel 2017».
UN SETTORE IN MOVIMENTO A spingere i consumi interni, oltre alla ripresa economica, anche la diffusione di nuovi modelli lavorativi, come coworking e smartworking
PREVISIONI Il calo dei prezzi del petrolio ha frenato molte commesse destinate a Paesi promettenti come Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti