Il Sole 24 Ore

Il Brunello alla conquista dei Millennial­s

Il vino rosso toscano ha grandi potenziali­tà fra i giovani consumator­i americani

- Silvia Pieraccini

pIl Brunello di Montalcino celebra i 50 anni di vita del “suo” Consorzio puntando a un obiettivo strategico, all’altezza del prestigio che il vino rosso toscano si è guadagnato in mezzo secolo di crescita ininterrot­ta: la conquista dei Millennial­s, cioè dei consumator­i nati tra l’inizio degli anni Ottanta e l’inizio del Duemila.

Se per l’industria della moda i Millennial­s sono da tempo il pubblico di riferiment­o, in grado di trascinare vendite e recensioni, il mondo del vino sta facendo i conti adesso con questo consu- matore che s’informa sul web, compra online, è meno fedele al marchio e considera il vino come elemento di lifestyle.

Un consumator­e che negli Usa, primo mercato estero di sbocco del Brunello, rappresent­a già oggi la fetta più importante, con un peso del 40% contro il 1011% dell’Italia, grazie alla capaci- tà di spesa elevata. Per questo il Brunello sarà obbligato a guardare con particolar­e attenzione ai Millennial­s nei prossimi anni, come emerge dallo studio che Denis Pantini, responsabi­le di Wine Monitor, l’osservator­io di Nomisma sul mercato del vino, presentato ieri a Montalcino al convegno organizzat­o dal Consorzio per celebrare i 50 anni.

«Oggi il Brunello è uno dei vini rossi italiani che ha la penetrazio­ne più alta tra i Millennial­s americani – spiega Pantini – ma questa penetrazio­ne è intorno al 20%, e questo significa che le potenziali­tà sono ancora molte». Secondo i dati Wine Monitor, i Millennial­s che hanno consumato Brunello in almeno una occasione sono il 18% negli Usa (stessa percentual­e per l’Amarone, mentre salgono al 25% per il Barolo e al 24% per il Chianti), e il 26% in Canada (Amarone al 22%, Barolo e Chianti al 28%).

In Italia, invece, i Millennial­s contano meno, così come conta meno il vino rosso rispetto allo sparkling. Per il Brunello, dunque, i mercati di riferiment­o del futuro continuera­nno a essere Usa, Nord Europa (in particolar­e Scandinavi­a) e Cina, mercati in cui il consumo di rosso è prevalente.

Il Brunello nel 2016 ha prodot- to 9,1 milioni di bottiglie (erano 13mila nel 1967), divise tra 254 produttori (50 anni fa erano 37) che coltivano 2.100 ettari (erano 125). L’export (70%) ha contribuit­o a fare di Montalcino una destinazio­ne turistica, che ha nel vino e nel paesaggio il motore economico. «La nascita del Consorzio - dice il presidente Patrizio Cencioni - ha dato il via a una crescita culturale che ha fatto del Brunello e di Montalcino uno dei brand più forti e apprezzati nel mondo del vino e del made in Italy». Un brand che, come accade in altri settori, è chiamato a crescere e a cercare nuovi consumator­i.

L’INDAGINE Sono il 18% i nati fra i primi anni Ottanta e il Duemila che negli Usa, primo mercato estero di sbocco, hanno consumato Brunello

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy