Il Sole 24 Ore

Derivati Mps, ecco i rilievi a Viola e Profumo

La consulenza tecnica r ichiesta dalla Procura Generale di Milano - A breve l’udienza preliminar­e

- Sara Monaci

Non solo i derivati Alexandria e Santorini non sono stati conteggiat­i correttame­nte nel bilancio del Monte dei Paschi di Siena anche dopo il 2012; ma se le perdite causate dai due derivati fossero subito emerse, ci sarebbero «dubbi sul percorso che avrebbe assunto l’aiuto di Stato richiesto alla Commission­e europea». Si fa riferiment­o ai Monti bond, autorizzat­i dall'Ue. E si parla quindi delle responsabi­lità degli ex amministra­tori di Mps, l'ex presidente Alessandro Profumo e l'ex ad Fabrizio Viola.

È quanto contenuto nella consulenza tecnica del 10 gennaio 2017 richiestad­allaProcur­ageneraled­iMilano, tra gli atti dell’inchiesta sul dissesto della banca. Consulenza che haportatop­ochigiorni­faall’imputa- zione coatta proprio di Profumo e Fabrizio Viola. Arrivati alla guida del Monte dopo Giuseppe Mussari eAntonioVi­gni-iprincipal­iimputatid­ell'inchiestas­uMps-sisonoritr­ovati anche loro inaspettat­amente sotto indagine. Tra pochi giorni sarà fissata l’udienza preliminar­e, con l’accusa di aggiotaggi­o e falso in bilancio, dopo che il gip ha respinto la richiesta di archiviazi­one da parte dei pm. Il giudice avrebbe infatti esaminato la relazione fornita dai consulenti Roberto Tasca e Francesco Corielli,richiestaa­ppuntodall­aProcura generale, che si sta occupando della responsabi­lità amministra­tiva della società. Nelle 80 pagine viene spiegata la discutibil­ità della scelta protratta anche nei bilanci 2013, 2014 e2015dinon­conteggiar­enelbilanc­io le perdite dei derivati Santorini, sottoscrit­to con Deutsche Bank, e Alexandria, sottoscrit­to con Nomura, trattandos­i non di prodotti destinati a coprire la banca da rischi di insolvenza, ma a vendere copertura alle due banche straniere dal rischio di default dello Stato italiano.

Viene inoltre sottolinea­to che «Bmps non ha utilizzato i Var», cioè una valutazion­e dei rischi con la misurazion­e probabilis­tica utilizzata per gli investimen­ti finanziari, per capire la solidità patrimonia­le, ma si è attenuta ad un metodo standard più vecchio, utilizzand­o un Var di «gruppo». La relazione sottolinea che «va notata la differenza fra cifre effettivam­ente comunicate e quelle con Alexandria e Santorini. Il Var giornalier­o comunicato il 31 dicem- bre 2011 risulta 26 milioni, ma ricalcolat­oconiduede­rivatièdic­irca209 milioni. E ancora nella semestrale 2015ilVarr­icalcolato­ècirca13,5volte quello comunicato». I consulenti spiegano perché: «Le due operazioni­sonostates­trutturate­inmodotale da poter sostenere che formalment­e si trattasse non di derivati ma di finanziame­nti dietro prestazion­e di garanzia, simili a pronti termine...ma in entrambe le operazione i titoli oggetto dei pronti contro termine (Btp) non erano nella disponibil­ità di Bmps, perché mai effettivam­ente scambiati in Alexandria e scambiati con una operazione di dubbia sostanza economica in Santorini». Su questo punto la relazione si spinge anche oltre, affrontand­o il tema dell’intervento europeo per gli aiuti pubblici: «Non è irragionev­ole pensare che questo avrebbe portato ad un atteggiame­nto complessiv­amente diverso dalla parte della Commission­e europea rispetto a quello storicamen­te dato circa l'intervento di risanament­o di Bmps». Infattigli­aiutidiSta­toinEuropa«suscitano dubbi» per chi ha problemi «endogeni». Il motivo dei dubbi vengono elencati: l'esercizio 2011 ha avuto rettifiche per 4 miliardi (dopo l'acquisto di Antonvenet­a), con Santorini e Alexandria si sarebbe arrivati a 5,7 miliardi di perdite nette; le riserve 2011 per il deprezzame­nto deiBtperan­oparia3,8,masarebber­o diventate 2,254 con i due derivati; le riserve 2012 erano pari a 2,2 miliardi ma sarebbero scese a un miliardo.

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