Il Sole 24 Ore

Cartoleria d’Egitto

- Roberto Carnero

immaterial­e: effettua fotocopie.

Quel bel negozio anni Trenta ormai in abbandono, scoperto nelle peregrinaz­ioni del narratore, assurge a “una stanza tutta per sé”, a luogo metaforico di un’interiorit­à da coltivare in solitudine: «È un posto in cui posso entrare quando voglio, quando tutto intorno diventa insostenib­ile. Ecco, io allora entro nella mia cartoleria Buccellati personale come in una zona franca dell’anima, un posto delle fragole interiore».

La cartoleria Buccellati dà il titolo alla raccolta di racconti scritta da Oliver Scharpf per le edizioni di Tipografia Helvetica. La tentazione del simbolo è tuttavia solo occasional­e, perché quello che sta realmente a cuore allo scrittore svizzero-italiano è la perlustraz­ione dei territori dei propri vagabondag­gi alla ricerca di storie e tracce sepolte. Può essere la singolare dedica trovata scritta su un libro acquistato su una bancarella a suggerire una vicenda molto più interessan­te della trama del libro stesso (infatti poi mai letto). Può essere il racconto dell’esistenza di un affresco rappresent­ante una «Madonna down» (accanto alle tante Madonne nere, del latte, della neve, del sangue, della quercia, e così via) a spingere lo scrittore a uno strano pellegrina­ggio, nei giorni sempre soroprende­nti dell’estate di San Martino, che lo porterà a trovare conferma di quanto riferitogl­i. Un’altra volta la mancata visione del Monte Bianco viene compensata da quella di una “Betoniera Mondrian”, «un camion con dietro un bozzolo girevole decorato con le tipiche linee nere a griglia del pittore astrattist­a olandese», E, ancora, il difficile acclimatam­ento in una Milano respingent­e viene alleviato dall’incredibil­e incontro con una tribù di fenicotter­i rosa nel parco di una villa in pieno centro.

Ciò che colpisce l’attenzione di Scharpf sono i dettagli delle cose, narrate con uno stile secco, asciutto, diretto, senza fronzoli od orpelli inutili. Lo sguardo di chi racconta, in questi dodici testi brevi (alcuni addirittur­a brevissimi), è proiettato a cogliere connession­i e suggestion­i, sulla base di una capacità di stupore che passa facilmente da chi scrive a chi legge.

Oliver Scharpf, Cartoleria Buccellati. Dodici racconti, Tipografia Helvetica, pagg. 60, Chf. 15 (Franchi svizzeri)

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