Il Sole 24 Ore

Ma questo IgNobel è da Nobel!

- di Paolo Albani

Nel 1991 Marc Abrahams, fondatore e direttore degli «Annals of Improbable Research», rivista che si occupa di umorismo scientific­o, fonda gli Ig Nobel (anagramma di ignoble, cioè disonorevo­le in inglese) Prizes, dieci premi che vengono dati ogni anno alle ricerche scientific­he più bizzarre che «prima fanno ridere e poi danno da pensare». La cerimonia di premiazion­e si svolge al Sanders Theatre nel campus dell’Università di Harvard in Massachuse­tts; è una festa goliardica cui partecipan­o anche veri premi Nobel (alla prima cerimonia i quattro Nobel presenti indossavan­o fez e occhiali alla Groucho Marx).

La cerimonia è seguita a distanza di pochi giorni dalle «Ig Informal Lectures», durante le quali gli studiosi premiati illustrano al grande pubblico i risultati e l’importanza delle proprie ricerche. Dal 2001 è possibile assistere alla cerimonia di premiazion­e degli Ig Nobel in diretta su Internet. In italiano esiste un testo curato da Abrahams: La scienza impossibil­e. Il meglio degli Annals of improbable research (1996), edito da Garzanti nella traduzione di Sylvie Coyaud, giornalist­a scientific­a e collaborat­rice di questo supplement­o, che, fra l’altro, partecipa come volontaria alla raccolta di candidatur­e agli Ig Nobel.

Ora due fisiche che vivono a Parigi, Aleksandra Kroh e Madeleine Veyssié, hanno selezionat­o 14 scoperte stravagant­i nelle discipline più varie premiate con gli Ig Nobel e ne hanno raccontato le storie i n modo chiaro e stuzzicant­e. Ne è nato 14 scoperte scientific­he che non sono servite a niente. Benché questo sia tutto da dimostrare, tradotto da Mara Dompè per Bompiani. Il libro, sostengono le autrici, vuole difendere la reputazion­e degli scienziati, spesso dipinti come ragazzini immaturi che sperperano fondi pubblici in calcoli sterili e esperiment­i dannosi. Per fare questo Kroh e Veyssié – sembra quasi un paradosso – narrano di due burloni che in Inghilterr­a hanno disegnato dei misteriosi cerchi nel grano, di studiosi che hanno accreditat­o la tesi dei rapimenti extraterre­stri, di un’infermiera che ha praticato il cosiddetto «tocco terapeutic­o» per guarire pazienti sofferenti evitando ogni contatto fisico, di un ingegnere-alchimista sostenitor­e della tesi che il calcio dei gusci delle uova di gallina sia stato creato da un processo di fusione fredda, e di altre ricerche ancora, in apparenza strampalat­e.

Dico in apparenza perché può succedere che il fisico Andrej K. Gejm, vincitore dell’Ig Nobel nel 2000 per aver fatto levitare una rana grazie a una calamita, riceva un Nobel vero dall’Accademia svedese dieci anni dopo. Kroh e Veyssié citano anche l’Ig Nobel per il Management, assegnato nel 2010 a tre professori italiani, Alessandro Pluchino, Andrea Rapisarda e Cesare Garofalo, per un originale lavoro in cui hanno dimostrano che la casualità supera in efficienza ogni altro criterio usato per le promozioni gerarchich­e. I tre hanno pubblicato di recente Ab biamo vinto l’Ig Nobel con il principio di Peter. Scienza, caso e humor (Malcor D’Edizione, Catania pagg. 139, € 10).

Aleksandra Kroh e Madeleine Veyssié, 14 scoperte scientific­he che non sono servite a niente. Benché questo sia tutto da dimostrare, traduzione di Mara Dompè, Bompiani, Milano, pagg. 384, € 13

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