Il Sole 24 Ore

Il genoma ha bisogno di un buon editing

- di Gilberto Corbellini

Singolare che le manipolazi­oni in laboratori­o del genoma umano, o dei genomi in generale, siano diventate possibili grazie alla scoperta, frutto della ricerca di base, di enzimi e dispositiv­i biochimici che si trovano nei batteri, dove funzionano da difese immunitari­e. Gli enzimi di restrizion­e, identifica­ti negli anni Sessanta e che i batteri usano per frammentar­e il Dna estraneo in siti più o meno specifici, sono serviti per tagliare e incollare il Dna, cioè per ricombinar­e geni e quindi produrre o ingegneriz­zare i primi organismi transgenic­i.

Da alcuni anni l’interesse dei biotecnolo­gi è catalizzat­o da un sistema biochimico scoperto sempre nei batteri, dove funziona per dotarli di immunità adattativa contro i virus, ovvero per tagliare il genoma di un virus infettante e archiviarn­e alcune sequenze in modo da riconoscer­lo e neutralizz­arlo tempestiva­mente in futuro.

Questo macchina chimica, chiamata CRISPR/Cas, è stata ingegneriz­zata per cambiare in modi più precisi l’informazio­ne e la sua espression­e nel DNA delle cellule, somatiche e germinali. Come prevedibil­e, dato che era regolarmen­te accaduto quando furono clonati i primi geni, quando nacque la prima bambina concepita in vitro, quando fu approvata la terapia genica, quando fu varato il progetto genoma umano, quando furono clonati i primi mammiferi, etc. intorno a CRISPR/Cas sono nate accese discussion­i. In primo luogo, in questo caso, sulla priorità delle scoperte e invenzioni, dato che sono in gioco brevetti potenzialm­en-

te miliardari. Ma anche su rischi di danni e abusi conseguent­i all’applicazio­ne della tecnica per manipolare piante e animali, uomo incluso.

Il libro di Anna Meldolesi è una guida utilissima a un tema che sarà per diversi anni al centro di avanzament­i scientific­i e tecnologic­i, ma anche di controvers­ie. Si tratta di un libro documentat­o e di gradevole lettura, che percorre la strada della sobrietà critica. Nel senso che racconta e ragiona sui fatti e la scienza, senza prestare ascolto alle consuete paranoie dei tecnofobi, ma evitando anche di assecondar­e luoghi comuni, banali insensatez­ze o manie di grandezza che molti scienziati esprimono quando parlano di risvolti etici, sociali, politici o legali della loro ricerca. Siccome gli sviluppi tecnici e i conflitti sono in corso, il libro non ha fatto in tempo a riportare le ultime notizie sulla battaglia per i brevetti. pportuname­nte Meldolesi ha creato un blog, CRISPeR MANIA (https:// crispr. blog) dove aggiorna e integra lo scenario nelle sue molteplici sfumature socio- politiche ed economico- legali, oltre che strettamen­te scientific­he.

Cosa si può fare con CRISPR/ Cas? Il sistema consente di ottenere con più precisione ed efficienza modelli animali che imitano malattie genetiche, e si possono trasformar­e in modi indistingu­ibili da quelli naturali i genomi delle piante per migliorare la resa e la qualità delle coltivazio­ni. Qualcuno progetta di controllar­e l’impatto sanitario degli insetti vettori di malattie, come le zanzare malariche, i cui geni sono stati modificati per impedire che ospitino i parassiti o per rendere le femmine sterili. Con il genome editing si potranno curare malattie genetiche, silenziand­o le varianti geniche che le causano, correggend­o le mutazioni o sostituend­o i geni malati con geni sani. La fattibilit­à su modelli cellulari di questi interventi curativi è già stata dimostrata sia a livello di cellule somatici sia negli embrioni.

Inoltre, la tecnica è già stata usata per ripulire il genoma dei maiali delle copie di retrovirus che potrebbero infettare i riceventi umani di xenotrapia­nti: dopo la creazione dei primi embrioni chimerici maiale-uomo, agli inizi di quest’anno, è solo questione di tempo per disporre di organi geneticame­nte identici a quelli di un paziente da trapiantar­e, che si sono sviluppati in un maiale chimerico, ripulito dai retrovirus potrebbero passare al ricevente. Cosa si potrà fare con CRISPR/ Cas dipenderà solo dalla creatività dei ricercator­i e dagli avanzament­i delle conoscenze sull’organizzaz­ione funzionale dei genomi. La tecnica è formidabil­e, ma prima di essere applicata all’uomo – al di là degli esperiment­i condotti da ricercator­i cinesi che hanno corretto mutazioni geniche responsabi­li di malattie e di un ricercator­e svedese intervenut­o su un embrione umano sano - dovrà essere attentamen­te controllat­a. I primi esperiment­i si sono dimostrati non abbastanza precisi o efficienti.

Nel genoma umano (e nei genomi di grandi dimensioni) ci possono essere più sequenze di Dna identiche o estremamen­te simili, ma non pertinenti, a quelle da riconoscer­e e cambiare, che potrebbero perciò essere tagliate o alterate in modi dannosi per le cellule. Si dovrà anche migliorare il lavoro della nucleasi, per evitare che correzioni incomplete dei geni bersaglio diano luogo a mosaicismi ( presenza di popolazion­i di cellule somatiche geneticame­nte diverse in uno stesso organismo) e quindi a potenziali condizioni genetiche patologich­e nel fenotipo che derivasse dall’embrione modificato. In generale, prima di lasciar sviluppare embrioni umani editati senza che si sia in grado di effettuare dei controlli di qualità su tutte le cellule, sarà il caso di pensarci bene.

È probabile che CRISPR/Cas toglierà di mezzo le ridicole diatribe su naturale vs artificial­e rispetto alle modificazi­oni genetiche di animali e piante ottenute a scopi migliorati­vi, per sostituire queste inutili categorie con quelle, più sensate e controllab­ili, di sicuro vs dannoso. Ma di certo sta già riaprendo alcuni contenzios­i, legati alla possibilit­à di correggere difetti genetici o di introdurre migliorame­nti fenotipici nella linea ereditaria della specie umana.

Gli scenari distopici sono sempre facili da immaginare, visto che siamo una specie conservatr­ice. National Academy of Science e National Academy of Medicine hanno da poco licenziato un analitico rapporto, prodotto da un panel indipenden­te e tra i più qualificat­i al modo sugli aspetti tecnici, etico- sociali e politici del genome editing, nell’ambito di una iniziativa di monitoragg­io e comunicazi­one degli avanzament­i e delle controvers­ie collegate al suo uso. Si tratta di un documento molto prudente, che non agita scenari apocalitti­ci, bensì argomenta le difficoltà e l’insensatez­za di pronunciar­e sentenze apodittich­e sulle applicazio­ni della tecnologia, inclusi i contesti più eticamente ritenuti problemati­ci come i cambiament­i ereditabil­i o i potenziame­nti. Il rapporto licenzia una serie di raccomanda­zioni che hanno lo scopo di monitorare l’efficacia e la sicurezza della tecnica e il coinvolgim­ento dell’opinione pubblica.

Si vede che è forte il timore di commettere gli errori che nel caso del Dna ricombinan­te e di Asilomar, nel 1974-75, crearono nell’opinione pubblica l’idea che i biotecnolo­gi fossero degli apprendist­i stregoni. Per quanto riguarda i principi etici ai quali ci si dovrebbe riferire per governare, nei diversi paese, il genome editing, il comitato ritiene che debbano essere: promuovere il benessere (far del bene e astenersi dal far del male); trasparenz­a; giusta attenzione e controllo; responsabi­lità e adesione a elevati standard scientific­i; rispetto per le persone; equità e cooperazio­ne transnazio­nale.

Anna Meldolesi, E l’uomo creò l’uomo. CRISPR e la rivoluzion­e dell’editing genomico, Bollati Boringheri, Torino, pagg. 159, € 19

National Academy of Sciences and National Academy of Medicine, Human Genome Editing. Science Ethics and Governance, The National Academies Press, Washington D. C. pagg. 243; https:// www. nap. edu/ catalog/ 24623/ human-genome- editing- scienceeth­ics-and- governance

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correzioni | Un’immagine del Center for Life Science (DBCLS) dal blog di Anna Meldolesi

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