Il Sole 24 Ore

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n tempo era affollato di bar e di artisti, definito il quartiere bohémien di Milano, oggi Brera si è trasformat­o in una lunga food court: paninotech­e, pizzerie, hamburgeri­e, gelaterie. Nonostante questo è diventato uno dei posti più cari, ricercati e frequentat­i della città ma ha perso quel sapore d’antan. Qua e là restano tuttora dei segni dove si respira il futuro del passato, quali La Libera, un locale, che conta 37 anni di attività, in via Palermo 21 (traversa di corso Garibaldi). L’anima del locale da sempre è Italo Manca, un personaggi­o di origine sarda, un tempo giramondo, forse l’ultimo dei dandy : sempre vestito in giacca e papillon, ricercato nelle camicie, nelle scarpe bicolori e nei dettagli, quali il pullover infilato nei pantaloni , attento ai colori sempre in tono, soprattutt­o nelle tinte forti). Di Manca è del suo essere dandy si parlava anche sulla rubrica Cover Story la scorsa settimana. Occhiali raffinati, sigaro Avana in bocca (ha avuto un’avventura nella ristorazio­ne a Cuba in tempi lontani) ha posto le basi sin dal 1974 in Brera e non ha mai tradito l’anima artistica e popolare del quartiere. L’elenco dei suoi locali è lungo: dapprima il Bar Oreste in piazza Mirabello (frequentat­o da Umberto Eco che nel Pendolo di Focault lo ha fatto diventare il Bar Pilade sui Navigli), poi Il Banco di via Pontaccio quindi La Vittoria di via Anfiteatro, poi Timè con la compagna Patrizia . Comunque non ha mai “tradito” La Libera, con il socio di sempre Gino Narducci. Il successo nel tempo del locale può essere significat­o con Tommasi di Lampedusa: « non ti curar di loro (ndr: le guide e le stelle Michelin) ma guarda e passa (ndr: la cucina stellare)». Ecco allora il menu che può far storcere la bocca a chi cerca la perfezione o la creatività , ma i piatti sono corretti ed onesti. Appena seduti,eccoti la focaccia calda, poi la scelta può essere tra i fiori di zucca farciti di ricotta, il risotto al salto, lo spaghetto al pomodoro, la cotoletta alla milanese con osso ,il rognoncino allo scalogno caramellat­o, il trancio di baccalà in crema di ceci , il gratin di pere, gorgonzola e granelli di noci, lo zabaione, il gelato al forno. E si può bere anche bene (da sempre) con vino sfuso: Tokai, Pinot Binaco, Merlot, Cabernet. Sine qua non

il gastronaut­a è ogni sabato alle 15,15 su Radio24

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