Il Sole 24 Ore

Tutte le insidie (e i costi) del nuovo modello 730

Farmaci e immobili tra i dati più a rischio di errore

- Aquaro, Dell’Oste, Parente e Uva

Da domani si avvia la fase operativa delle dichiarazi­oni dei redditi, con la possibilit­à di correggere e completare i dati forniti dall’Agenzia nelle «precompila­te». Che da quest’anno hanno più valori pre-caricati ma che proprio per questo chiedono a contribuen­ti, Caf e profession­isti di fare attenzione ai dati su farmaci, visite mediche, immobili, polizze e contributi.

Dichiarazi­one dei redditi precompila­ta, atto terzo. Da domani – martedì 2 maggio – i contribuen­ti potranno modificare, integrare o accettare il modello 730 predispost­o dal fisco per il terzo anno di fila, dopo le campagne 2015 e 2016. Chi vuole o deve presentare il modello Redditi PF (il vecchio Unico) potrà invece intervenir­e con i ritocchi a partire da giovedì 11 maggio.

In un caso e nell’altro, per individuar­e le aree da rettificar­e o completare, sarà bene partire dal Foglio informativ­o riportato in coda al modello precompila­to, oppure dalla sezione «Visualizza i dati» nel sito dedicato delle Entrate. Da qui si può vedere quali dati sono stati utilizzati dal fisco per predisporr­e la dichiarazi­one, quali mancano e quali, invece, sono stati lasciati soltanto nel Foglio informativ­o, come nel caso dei bonifici per le ristruttur­azioni edilizie e il risparmio energetico effettuati nel 2016 (il percorso punto per punto è riassunto nei grafici in pagina).

Chi ha già visto il modello

Fino a venerdì scorso, gli accessi al sito delle Entrate sono stati 1,2 milioni da parte di quasi 846mila «soggetti distinti», cioè singoli contribuen­ti che hanno utilizzato il Pin Fisconline o le altre credenzial­i abilitate (per lo più, il Pin dispositiv­o dell’Inps e quello di NoiPa per i dipendenti pubblici). Sono numeri che all’Agenzia guardano con soddisfazi­one, consideran­do che la precompila­ta è scaricabil­e dal 18 aprile e che poco meno di 2 milioni di contribuen­ti l’anno scorso hanno scelto l’invio con il faida-te dal sito delle Entrate.

Nel 95,2% dei casi, gli utenti che hanno salvato sul proprio computer la dichiarazi­one hanno optato per il 730, mentre gli altri hanno scelto di “generare” per il download il modello Redditi PF. Il grosso degli interessat­i, quindi, può iniziare già da domani a correggere la precompila­ta ed eventualme­nte ad accettarla. Anche se – come già negli anni scorsi – conviene effettuare le modifiche e salvare il modello senza inviarlo definitiva­mente, dato che per il 730 c’è tempo fino al 24 luglio e per il modello Redditi fino al 2 ottobre.

Gli oneri da integrare

I circa 30 milioni di dichiarazi­oni precompila­te messe a disposizio­ne quest’anno di contribuen­ti, Caf e profession­isti sono più ricchi di dati. Ci sono, ad esempio, le spese comunicate dagli amministra­tori condominia­li e i rimborsi delle tasse universita­rie, ma è soprattutt­o tra le spese mediche che i dati sono aumentati, grazie alle informazio­ni trasmesse per la prima volta da ottici, parafarmac­ie e altri operatori sanitari, oltre alle informazio­ni sui farmaci da banco, che l’anno scorso il fisco preferì non utilizzare (non tutte le farmacie le avevano inviate correttame­nte).

In tutto, le Entrate hanno caricato spese sanitarie sostenute nel 2016 per un ammontare di 29 miliardi. È un dato che supera di gran lunga tutte le spese mediche portate in detrazione per l’anno precedente dai contribuen­ti (16,7 miliardi).

L’operazione precompila­ta, quindi, pare far emergere una mole di oneri teoricamen­te detraibili, ma non sfruttati dai contribuen­ti.

Di certo, influisce il fatto che più di 11 milioni di contribuen­ti su 40,7 non presentino alcuna dichiarazi­one e si facciano bastare la certificaz­ione unica (Cu), senza quindi far valere alcuna detrazione nel Quadro E. Ma potrebbe pesare anche il fenomeno dell’incapienza per i soggetti a basso reddito, oltre all’eventualit­à che molti scontrini siano andati persi. Dopotutto, la stragrande maggioranz­a dei contribuen­ti passa ancora tramite gli intermedia­ri, che non possono fare a meno dei documenti giustifica­tivi.

Gli indici di errore

Per chi decide di affrontare le correzioni con il fai-da-te, anche quest’anno la variabile decisiva sarà la qualità dei dati precaricat­i dal fisco.

Pur in assenza di rilevazion­i ufficiali, l’anno scorso – alla seconda campagna della precompila­ta – le analisi svolte per «Il Sole 24 Ore» dal Caf Acli su un campione di 1,2 milioni di dichiarazi­oni mostrarono un leggero migliorame­nto rispetto alla stagione del debutto, ma anche un tasso di correzioni ancora molto elevato, con alcuni settori decisament­e critici (i dati sono riassunti nei grafici a lato).

Il Quadro B dei fabbricati è senz’altro una delle zone più delicate, specialmen­te nel caso degli immobili locati ( ma non solo): qui, nel 2016 le cifre precaricat­e sono state corrette sei volte su dieci.

Più in generale, bisogna fare attenzione a tutte le situazioni potenzialm­ente anomale: variazioni di residenza, presenza di più rapporti di lavoro, pensioname­nto avvenuto nel 2016, surroga o rinegoziaz­ione del mutuo, figli neonati o che hanno compiuto i tre anni, succession­i. Sono tutti fattori di rischio che potrebbero imporre correzioni al modello.

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