Strumento efficiente solo se snellito
Un’amministrazione non ostile all’accesso generalizzato, ma un po’ in difficoltà nel gestirlo. Questo è in sintesi il quadro che emerge anche dalle analisi svolte dal Sole 24 Ore. Non vale fino in fondo neppure la tradizionale contrapposizione tra le amministrazioni settentrionali più efficienti e quelle del meridione più in affanno.
Specie se confrontata con le vicende del passato – si pensi alla legge 15, la prima sulla semplificazione amministrativa, datata 1968 restata disapplicata per decenni – la situazione è incoraggiante e dà il segno che anche per le amministrazioni i tempi sono cambiati. Vanno però considerati alcuni segnali, che meriterebbero subito qualche correzione di rotta.
Il numero dei casi negativi è in sé limitato ma comunque non trascurabile e coinvolge amministrazioni troppo rilevanti perché si possano ammettere disfunzioni organizzative, sia pure occasionali. Il dato, se proiettato su scala nazionale e su una possibile crescita esponenziale delle richieste di accesso, genererebbe comunque una quantità intollerabile di controversie o di diritti restati insod- disfatti. Idealmente, l’obiettivo dovrebbe essere quello di ridurre tale casistica a situazioni eccezionali, magari da gestire con i rimedi alternativi alla giurisdizione.
Ma il cuore del problema è che è che l’esercizio del diritto sembra rimesso per lo più alla buona volontà e alla capacità di organizza- zione dei singoli responsabili della trasparenza. L’interfaccia tra le richieste degli interessati e la loro gestione all’interno dell’amministrazione appare ancora approssimativa. Da talune risposte, si comprende che manca una buona automatizzazione nella ricerca della documentazione. Insomma, come spesso accade, emerge il tema della “copertura amministrativa” delle norme, la cui insufficienza può da sola mettere in crisi le riforme più apprezzabili.
Nelle condizioni attuali, non ci si può attendere che questa copertura sia raggiunta con un’iniezione straordinaria di risorse. Occorrerebbe pensare a come fare a risorse invariate, rendendo più efficienti i processi, sviluppando soluzioni standard per la gestione dei casi routinari, estendendo dove possibile i meccanismi di pubblicità e consultazione “fai da te” dei cittadini. Visto che le amministrazioni non sembrano in linea di principio recalcitranti, potrebbe- ro essere utili anche il semplice supporto operativo e la diffusione delle pratiche migliori da parte delle istituzioni con competenze dirette, prima fra tutte l’Anac. Le linee guida dell’Anticorruzione dedicano agli adeguamenti organizzativi solo poche righe.
Aspetti che vanno messi a punto in questa fase ancora «di lancio» e ben venga allora l’annuncio di una direttiva della Funzione pubblica per attivare il registro degli accessi e invitare le amministrazioni a un dialogo non formale con i cittadini . L’accesso generalizzato nasce con l’obiettivo di un impiego diffuso, come strumento di controllo stabile e generalizzato sulle attività amministrative. Non dovrebbe diventare un’occasione per moltiplicare il contenzioso – e ingolfare la giustizia amministrativa – né si può pensare di contenerne l’utilizzo con qualcuno degli stratagemmi ben noti alla cattiva pratica amministrativa.
LE STRADE Supporto operativo delle autorità centrali (a partire da Anac) e maggiore diffusione delle buone pratiche