Il Sole 24 Ore

I primi risultati di Industria 4.0 che non vanno rallentati

- Carmine Fotina

Iprimissim­i dati sulla nuova “tecno-Sabatini”, insieme all’ultima rilevazion­e sugli ordini di macchine utensili, rappresent­ano un segnale molto chiaro. Dietro l’etichetta di “Industria 4.0” c’è un’avanguardi­a di imprese che sta accettando la sfida di un’innovazion­e orizzontal­e, in cui l’elemento comune ai processi produttivi diventa il flusso digitale di tecnologie, impianti, macchinari. È molto significat­ivo che l’Ucimu, l’associazio­ne dei produttori di robot e macchine utensili, segnali nel primo trimestre 2017 ordini in aumento del 5,1% su base annua, per effetto determinan­te del mercato interno (+22%). Eppure crogiolars­i nelle dinamiche di inizio anno sarebbe un errore imperdonab­ile.

L’effetto novità - prodotto sia dall’iperammort­amento al 250% sia dalla “Nuova Sabatini” in formato digitale - è stato determinan­te per imprimere lo scatto di inizio anno, in parte anche previsto, dal momento che nella coda del 2016 molte aziende avevano rinviato gli investimen­ti in attesa del via dal 2017 alle nuove agevolazio­ni. Più difficile sarà consolidar­e questa vivacità di trimestre in trimestre e in un orizzonte pluriennal­e.

In questa chiave il ministero dello Sviluppo economico aveva proposto l’inseriment­o nella manovrina correttiva dell’estensione a tutto il 2018 del termine per la consegna dei beni agevolabil­i con super e iperammort­amento. Sei mesi di respiro in più, rispetto all’attuale confine del 30 giugno, per aiutare la pianificaz­ione degli investimen­ti e non ingolfare la catena produttiva dei fornitori, con un impatto sulle finanze pubbliche contenuto nell’ordine di un centinaio di milioni annui. A fermare la proroga sull’uscio di Palazzo Chigi, però, sarebbero clamorosam­ente state non ragioni di copertura, ma motivi più strettamen­te politici, sfociati all’ultimo momento nel veto dei ministri di provata fede renziana a un’iniziativa firmata da Carlo Calenda, ministro tecnico da settimane sfiorato dagli attacchi di quell’area Pd.

UN SEGNALE DA DARE Bisogna recuperare la proposta di proroga dell’iperammort­amento che è stata tolta dalla manovrina

A differenza dei dati del primo trimestre, si può dire che questo non rappresent­i un bel segnale. È evidente che Industria 4.0 non sia nata con il respiro corto di un’agevolazio­ne annuale, ma con l’ambizione di una trasformaz­ione di lunghissim­o periodo.

E guarda un orizzonte lontano anche l’altra metà del piano, che dovrà costruire la rete di «competence center» in cui mettere in sinergia università, centri di ricerca e imprese e favorire il trasferime­nto tecnologic­o delle nuove applicazio­ni industrial­i e la formazione del capitale umano.

Una bozza del decreto attuativo sui «competence center» è già pronta, anche se una parte del mondo universita­rio si attende maggiore chiarezza sul processo di selezione dei centri che riceverann­o i contributi pubblici (20 milioni per quest’anno e 10 milioni per il 2018). Un vero e proprio bando di gara appare in questo senso un fondamenta­le strumento di trasparenz­a.

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