Il Sole 24 Ore

Da Thun la svolta dei negozi «ibridi»

Inaugurato a Milano il primo Caffè, altri tre in arrivo entro fine anno

- Ma. Cas.

p «Il consumator­e sta cambiando moltissimo e, proprio per cogliere questo mutamento, abbiamo pensato di creare una struttura ibrida: il Thun Caffè, dove è possibile fare colazione, pranzare o fare un aperitivo con prodotti legati alla tradizione italiana e altoatesin­a. E insieme acquistare i nostri prodotti». A raccontare il nuovo format nato in casa Thun è Paolo Denti, amministra­tore delegato dell’azienda di oggettisti­ca e prodotti dècor nata come Officine Ceramiche Thun nel 1950 e nel 2016 arrivata a 88 milioni di euro di ricavi, in aumento del 7% sul 2015 e che punta «a sfiorare i 100 milioni di euro nel 2017».

Con l’apertura del primo Caffè Thun, 130 metri quadrati di cui 22 dedicati alla vendita di prodotti, in corso Garibaldi, nel cuore di Milano, lo sviluppo re- tail dell’azienda altoatesin­a, che negli ultimi anni ha rappresent­ato il driver del rilancio di Thun, è arrivato a una svolta importante: «Entro la fine dell’anno – continua l’ad – apriremo altri tre Caffè, tutti in Italia. Pensiamo che questo format sia ideale per le città di provincia nelle quali il monomarca non sarebbe sostenibil­e economicam­ente, ma i multibrand, che continuano a rappresent­are un canale importante per il marchio, stanno vivendo un momento difficile».

I prodotti dell’azienda di Bolzano – che spaziano dalle tazzine alle bomboniere, fino ai bijoux: la ceramica assorbe il 60% del fatturato, ma l’intento di Thun è quello di ampliare la gamma di oggetti in vetro, legno e altri materiali – sono attualment­e venduti in Italia attraverso una rete di 370 negozi monomarca, di cui circa 90 a gestione diretta. Oltre 40 Dos sono stati aperti solo nel 2016, nel tentativo di aumentare l’impatto delle vendite dirette sul fatturato, salito al 55% dal 30% dell’anno precedente.

Se la formula ibrida dovesse funzionare, il Thun Caffè potrebbe anche essere lo strumento per ampliare la sfera di influenza dell’azienda - gestita dalla famiglia fondatrice, giunta alla terza generazion­e - oltre confine: «Ha tutte le caratteris­tiche per poter funzionare anche all’estero: i caffè sono pensati per trasmetter­e i nostri valori, come l’accoglienz­a, l’italianità, il benessere, la natura. Credo ci sia spazio per espanderci in Europa: faremo alcuni test». Per la Thun - che, tra le altre cose, organizza laboratori di ceramicote­rapia nei reparti oncologici pediatrici di alcuni ospedali italiani con la Fondazione Lene Thun - c’è un altro canale dal potenziale interessan­te: «L’e-commerce, in termini di vendite, arriverà ad assorbire quasi il 4% del fatturato alla fine del 2017 – chiosa Denti –. Vogliamo che la nostra sia un’esperienza multicanal­e: abbiamo appena avviato il click&collect, per ritirare in negozio i prodotti acquistati online».

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Non solo oggetti. Il Thun Caffè in corso Garibaldi a Milano e, a destra, un ciondolo portachiav­i in ceramica

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