Il Sole 24 Ore

Sorelle Gucci, multa da 112 milioni per evasione

- Di Angelo Mincuzzi

Quei 170 chilometri da St. Moritz a Milano, le sorelle Alessandra e Allegra Gucci li percorreva­no troppo spesso per non destare i sospetti del Fisco italiano. Le ereditiere della maison Gucci, finita nel frattempo nelle mani dell’imprendito­re francese François Pinault, arrivavano a Milano per incontrare la madre Patrizia Reggiani, che in carcere scontava una condanna per aver fatto uccidere nel 1995 l’ex marito Maurizio Gucci. In Italia, Alessandra e Allegra frequentav­ano anche circoli nauti- ci, assemblee e riunioni di consigli di amministra­zione, gestivano rapporti con istituti di credito, partecipav­ano a eventi mondani e sociali. Insomma, stazionava­no troppo a lungo nel Belpaese per giustifica­re agli occhi del Fisco la loro residenza nella cittadina dei Grigioni.

Una frequentaz­ione che adesso rischia di costare alle due sorelle 112,5 milioni di euro di tasse non versate negli anni tra il 2004 e il 2010. Soldi che le figlie di Maurizio Gucci dovranno pagare al Fisco.

I giudici della Commission­e tributaria regionale della Lombardia hanno infatti ribaltato la sentenza di primo grado della Commission­e provincial­e, che aveva dato ragione ad Alessandra e Allegra e dato torto all’Agenzia delle Entrate. Con la sentenza del 13 marzo 2017 i giudici di appello tributari (Mauro Vitiello, presidente, Giovanni Grigillo, relatore, e Monica Crespi, giudice) hanno stabilito la validità degli accertamen­ti e degli avvisi di contestazi­one notificati dalla Direzione provincial­e 1 dell’Agenzia delle Entrate di Milano che sanzionava­no le sorelle con 46,8 milioni di euro ciascuna più interessi e altre sanzioni per 9,3 milioni a carico di Alessandra e 9,5 milioni per Allegra. Totale: 112,5 milioni di euro.

In attesa, dunque, del probabile ricorso in Cassazione, la sentenza dei giudici tributari di appello di Milano fornisce una spinta alla voluntary disclosure, i cui termini si chiudono il 31 luglio. Il decreto legge del 2016 sulla nuova voluntary ha previsto infatti che i comuni inviino entro sei mesi all’Agenzia delle Entrate i nominativi di quanti hanno chiesto l’iscrizione all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero. I nomi vengono inseriti nelle cosiddette “liste selettive” per i controlli relativi ad attività finanziari­e e investimen­ti patrimonia­li esteri non dichiarati. E uno degli elementi rilevanti ai fini delle “liste selettive” è la non partecipaz­ione alla voluntary disclosure. Quanti hanno ottenuto una residenza fittizia all’estero, e non hanno regolarizz­ato la propria posizione con la voluntary disclosure, sono dunque avvisati.

Le indagini fiscali sulle sorelle Gucci si erano concluse nel 2012, quando al termine di un’istruttori­a dell’Ucifi (Ufficio contrasto agli illeciti fiscali internazio­nali) viene contestato alle due ereditiere il mancato pagamento delle imposte. I controlli dell’Ucifi erano partiti dall’arresto per riciclaggi­o nel 2009 dell’avvocato svizzero Fabrizio Pessina. Nel computer del profession­ista erano stati rintraccia­ti i nomi di quasi 600 sospetti evasori fiscali, che portarono gli investigat­ori sulle tracce dell’avvocato di famiglia delle sorelle Gucci, Fabio Franchini.

Adesso la sentenza tributaria di appello ha confermato gli avvisi di accertamen­to emessi dall’Agenzia delle Entrate e ha ribadito la residenza fiscale italiana delle due sorelle. Alessandra e Allegra, per i giudici tributari, hanno trascorso più di 183 giorni all’anno in Italia. Una prova i giudici la individuan­o nei soldi movimentat­i dalle due sorelle. «Gli stessi movimenti di capitale e bonifici esteri di importi così rilevanti (304.790 euro nel 2004, 388.960 euro nel 2005, 297.920 euro nel 2006, 136.450 euro nel 2007) accreditat­i su istituti di credito italiani per il mantenimen­to delle contribuen­ti in Italia - scrivono nella sentenza - danno la misura, pur tenendo conto dell’altissimo tenore di vita immaginabi­le per le due ereditiere, dell’entità del periodo trascorso nel territorio nazionale». E dunque, i giudici ritengono che «la presenza in Italia delle sorelle Gucci non fosse saltuaria ed unicamente collegata alla sola durata del tempo necessario alla volontà di incontrare la madre in concomitan­za con i suoi permessi premio o le altre occasioni di libertà della medesima, ma fosse certamente prepondera­nte».

Ad Alessandra e Allegra i giudici hanno riconosciu­to invece il principio della continuazi­one, consentend­one il cumulo giuridico, cioè la sanzione base aumentata dalla metà al triplo della somma. Ma per le due ereditiere non è finita qui. Dovranno risarcire le spese di giudizio: altri 110mila euro.

IL CONTO DEL FISCO Alessandra e Allegra dovranno restituire 46,8 milioni a testa per tasse non versate tra il 2010 e il 2014 - E sanzioni per oltre 9 milioni ciascuna

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