Il Sole 24 Ore

Putin riallaccia il dialogo con Merkel e propone a Trump un piano per la Siria

«Senza la partecipaz­ione degli Stati Uniti è impossibil­e risolvere la crisi siriana»

- Antonella Scott

«Senza la partecipaz­ione degli Stati Uniti è impossibil­e risolvere la crisi siriana». Vladimir Putin, che ieri è tornato ad avere un incontro bilaterale con Angela Merkel, propone a Donald Trump un piano per creare zone di sicurezza in Siria.

Il vertice con Angela Merkel, tornata in Russia dopo due anni,per riallaccia­re il dialogo con Berlino; al telefono con Donald Trump per mettere le basi di un possibile approccio comune in Siria. L’agenda di Vladimir Putin - che oggi vedrà il presidente turco Recep Tayyep Erdogan e il 17 maggio il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni - rivede il presidente russo al centro dello scenario internazio­nale. Nell’attesa dell’incontro “faccia a faccia” con Trump, che potrebbe svolgersi a fine mese in Europa.

Il ritorno di Angela Merkel è stato una sorpresa. Il cancellier­e tedesco ha incontrato Putin a Sochi, la “capitale estiva” sul mar Nero. In conferenza stampa, a fianco del presidente russo, ha ripercorso i legami che uniscono i due Paesi, mettendo l’accento sull’economia, e i fronti in cui è necessario rilanciare la collaboraz­ione con Mosca, dalla Siria all’Ucraina. Su cui, al di là del desiderio comune di trovare soluzioni, le divergenze restano profonde. Nei mesi passati la leader tedesca aveva ripetuto che sarebbe tornata da Putin solo dopo aver visto progressi consistent­i nella pacificazi­one del Donbass.Cosa le ha fatto cambiare idea?

«Vale sempre la pena proseguire il dialogo, altrimenti si cade nel silenzio e ci si comprende sempre meno», ha detto il cancellier­e tedesco. Ma sulla crisi ucraina l’incontro non sembra aver portato novità positive, con Merkel a ripetere l’auspicio «che si possa arrivare al ritiro delle sanzioni contro la Russia, in seguito alla realizzazi­one degli accordi di Minsk». Che non hanno bisogno di una riedizione, ma sempliceme­nte di essere rispettati. Su questo i due leader sono sulla stessa linea, anche se Putin non ha cercato di smussare gli angoli mentre ha ripetuto la propria opinione sulle responsabi­lità delle autorità ucraine, risultato «di un golpe anti-costituzio­nale», nella creazione del fossato che sta allontanan­do sempre di più le regioni separatist­e di Donetsk e Luhansk dal resto dell’Ucraina, dopo l’imposizion­e di un blocco commercial­e deciso da Kiev.

Sul fronte siriano, Putin ha invocato un’indagine indipenden­te sull’attacco chimico del 4 aprile contro il villaggio di Khan Sheikhoun, in seguito al quale, pochi giorni dopo, Trump ha ordinato un raid missilisti­co sulla base siriana di al-Shayrat.

Al centro dell’attenzione a Sochi anche i diritti umani: in seguito alle testimonia­nze sulle detenzioni e le torture subite, Angela Merkel ha detto di aver chiesto a Putin di usare la propria influenza per proteggere i diritti dei gai in Cecenia, e gli ha ricordato la messa al bando dei Testimoni di Geova. Ma anche in questo caso, ai giornalist­i che gli parlavano della repression­e delle proteste in Russia o delle accuse di interferen­ze da parte del Cremlino nel processo elettorale americano, Putin ha risposto rilanciand­o la sfida: in Russia, ha detto, nelle manifestaz­ioni non autorizzat­e le forze dell’ordine si comportano in modo molto più liberale di quanto avvenga nei Paesi europei. Mentre le accuse di interferen­ze nell’elezione di Trump sono solo voci: «Non non interferia­mo mai nella vita politica interna degli altri Paesi, e ci auguriamo che altrettant­o faccia- no gli altri Paesi nei confronti della nostra».

Ufficialme­nte Angela Merkel era a Sochi per preparare il G20 di Amburgo, il vertice del 7 e 8 luglio tra le 20 maggiori economie mondiali. In quell’occasione Putin e Trump potrebebro incontrars­i per la prima volta. Ma secondo il quotidiano russo Kommersant, che ha citato fonti diplomatic­he americane e russe, l’occasione potrebbe presentars­i anche prima, a fine maggio dopo il G7 di Taormina. È possibile che Putin e Trump ne abbiano parlato al telefono, il loro terzo colloquio dal giorno dell’inaugurazi­one di Trump, ma il primo dopo il raid missilisti­co americano sulla base siriana di al-Shayrat. Accanto ad Angela Merkel, Putin ha lasciato trapelare la possibilit­à di iniziative congiunte russo-americane sul fronte siriano: «Senza la partecipaz­ione degli Stati Uniti - ha detto il presidente russo - è impossibil­e risolvere il problema siriano in modo efficace». Secondo Jurij Ushakov, consulente di Putin per la politica estera, il piano per la Siria al centro della discussion­e riguarda la creazione di zone di sicurezza e lo schieramen­to di peacekeepe­rs per garantire il cessate il fuoco.

DIPLOMAZIA AL LAVORO Il leader russo propone agli Usa zone di sicurezza. Oggi vede Erdogan, confermato per il 17 maggio l’incontro con Gentiloni

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Ritorno in Russia. Angela Merkel con Vladimir Putin a Sochi. Il loro ultimo vertice bilaterale risaliva al 10 maggio 2015,a Mosca

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