Il Sole 24 Ore

Hi-tech Usa: gli utili salgono a 22 miliardi

L’era Trump fa bene (nonostante i pronostici) al settore: Nasdaq al record

- Marco Valsania

Apple ha battuto le attese di bilancio nell’ultimo trimestre, il secondo fiscale dell’azienda: gli utili sono aumentati del 4,9% a 11,03 miliardi, pari a 2,10 dollari per azione contro i 2,02 attesi. Il giro d’affari è lievitato del 4,6% a 52,9 miliardi, in linea con le previsioni. Il solido trimestre non è bastato a dare spinta al titolo, che nel dopo mercato ha ceduto oltre il 2%, né a rassicurar­e su futuri exploit del prodotto di punta, l’iPhone. Ma Apple era reduce da nuovi massimi durante la seduta a Wall Street a 148 dollari che hanno portato la sua market cap leader vicina agli 800 miliardi. E la sua performanc­e ha coronato conti in crescita e generalmen­te migliori delle attese dei big d’avanguardi­a dell’alta tecnologia statuniten­se: i quattro colossi che hanno finora presentato i risultati - con Apple anche Alphabet, Amazon e Microsoft in attesa oggi di Facebook - hanno macinato profitti trimestral­i per 22 miliardi e entrate per 135 miliardi. «Siamo soddisfatt­i», ha detto il chief executive del gruppo di Cupertino, Tim Cook.

Apple nell’ultimo trimestre ha raggiunto i 256,8 miliardi in cassaforte - un record per un'azienda non finanziari­a e per il 93% oltreconfi­ne secondo le stime del direttore finanziari­o Luca Maestri - nonché una cifra da sola superiore al valore di borsa di 26 delle 30 società nel Dow Jones. Apple ha ieri premiato gli investitor­i aumentando il dividendo del 10,5% a 63 centesimi e i piani di riacquisto di titoli propri di 35 miliardi a 210 miliardi, portando il totale in cedole e buyback a 300 miliardi entro marzo 2019 da 250 miliardi entro il 2018.

Apple per il trimestre ha riportato deludenti volumi di iPhone venduti, in calo dell'1% a 50,8 milioni contro i 52 previsti. Il prezzo medio dello smartphone, che da solo “rastrella” il 91% dei profitti di questi gadget su scala globale, è tuttavia salito a 655 dollari da 641. Apple, che ottiene il 65% delle entrate sul fronte internazio­nale, ha sofferto una flessione del 14% nella grande regione cinese, dove è più intensa la concorrenz­a locale, mettendo invece a segno incrementi del 20% nell'area Asia-Pacifico, del 10% in Europa, dell'11% nelle Americhe. La divisione servizi ha portato in dote un aumento del 18% e i computer Mac del 14%, mentre per i tablet iPad si è verificato un declino del 12 per cento.

In Borsa i titoli tecnologic­i e Internet ormai brillano da mesi, aprendo il dibattito se siano pronti a nuove scalate - nel caso di Apple a un super-ciclo legato a nuovi prodotti - oppure se dovranno scontare eccessi.

Apple ha guadagnato il 27% da inizio anno ed è scattato il nervoso conto alla rovescia verso il lancio dell'iPhone8 di nuova generazion­e in autunno, in occasione del decennale del prodotto.

Apple non è la sola ad aver sprintato molto: Amazon da gennaio è salita del 25%, Alphabet del 19%, Facebook del 33%, Microsoft dell'11%, Netflix del 26 per cento.

Il Nasdaq, che meglio di altri barometri rappresent­a simili titoli, è svettato di quasi il 13% nei primi quattro mesi del 2017, più che doppiando i rialzi dell'S&P 500.

Alphabet nell'ultimo trimestre ha stracciato le previsioni riportando un giro d'affari in ascesa del 22% a 24,75 miliardi e profitti balzati del 28,5% a 5,4 miliardi. Amazon, che aggiunge il dominio nei servizi cloud, ha aumentato gli utili del 41% a 724 milioni e le entrate del 23% a 35,7 miliardi. Microsoft, rivale nel cloud, ha riportato profitti saliti del 28% a 4,8 miliardi nonostante entrate leggerment­e deludenti di 22,1 miliardi.

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La nuova sede di Apple a Cupertino
L’«astronave». La nuova sede di Apple a Cupertino

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