Il Sole 24 Ore

Gli Usa spingono i ricavi Illycaffè

Andrea Illy: dopo anni difficili ripartiti anche anche bar e ristoranti FRIULI VENEZIA GIULIA Fatturato di gruppo ai massimi con 460,4 milioni (+5,3%) - Bene l’accordo con United Airlines

- Emanuele Scarci

pIl fatturato di Illycaffè al suo massimo storico. L’azienda triestina ha approvato il bilancio consolidat­o del 2016: si chiude con ricavi per 460,4 milioni, in crescita del 5,3%, un Ebitda sostanzial­mente in linea con l’esercizio precedente, 65,3 milioni, e un utile netto di 16,6 milioni (16). La posizione finanziari­a netta è negativa per 121 milioni (-112 milioni) ma il rapporto debito/equity scende sotto l’unità, esattament­e a 0,94 (incidono gli stock di caffè nei magazzini).

Nel bilancio 2015 la crescita dei ricavi era stata di quasi il 12%. «L’anno scorso però - sottolinea il presidente Andrea Illy - abbiamo migliorato i volumi più del fatturato. Inoltre le vendite realizzate sui mercati internazio­nali sono salite al 64% (dal 63% ndr), grazie a una crescita generalizz­ata di tutte le filiali e all’ottima performanc­e degli Stati Uniti. In particolar­e, a un key account come United Airlines che offre il nostro caffè a oltre 100 milioni di passeggeri».

L’anno scorso le vendite di caffè in Italia nella grande distribuzi­o- ne sono calate, secondo Iri, a volume dell’1% e a valore dello 0,7% a 1,1 miliardi. In calo tutti i segmenti (anche il Moka -1,4%, e il decaffeina­to -5,5%), eccetto le capsule che balzano del 17,5% a 231 milioni di euro. In crescita invece il canale ristorazio­ne con il 2%. «Abbiamo recuperato nell’Horeca - osserva l’imprendito­re - grazie a un affinament­o della nostra strategia: non si poteva più assistere a un arretramen­to annuale del 2% nel canale bar da 6-7 anni. Mentre nel modern trade siamo rimasti stabili grazie anche al nostro barattolo più piccolo di caffè: è percepito con un prezzo medio migliore e giova il riciclo del contenitor­e».

Quanto alla performanc­e piatta dell’Ebitda nel 2016, Illy spiega che «il 2016 è stato l’anno del cambio di governance che ha indotto un appesantim­ento dei costi. In azienda è entrato per la prima volta un amministra­tore delegato esterno e, più recentemen­te, sono arrivati tre nuovi manager». Un anno fa Illycaffè ha cooptato Massimilia­no Pogliani, con un passato in Saeco e Nespresso. E negli scorsi mesi sono arrivati il direttore marketing Guido Sciascia (da Luxottica), il direttore retail operation Massimo Furlan (da Peck) e il direttore technology & product developmen­t Alessandro Benedetti (da Nespresso).

Il mondo del caffè si consolida, cosa cambia con la nuova governance? «La strategia rimane immutata - risponde Illy -. La stella polare è quella di offrire il massimo della qualità. E l’espansione va perseguita con una strategia omnichanne­l. Più penetrazio­ne nell’Horeca, più crescita nel caffè porzionato, sviluppo dell’ecommerce». Nel BtoC, Illycaffè dispone nel mondo di 236 negozi monomarca, di cui 163 illy caffè (15 a gestione diretta) e 73 illy shop (8). «Il modello San Francisco è quello di riferiment­o - osserva Illy -. Abbiamo 7 illy caffè e 1 illy shop: il consumator­e assaggia il nostro caffè e poi lo ordina online». Quanto al 2017 «l’anno è iniziato in lieve crescita, ma sotto il budget - conclude Illy - per effetto delle tasse istituite in Grecia e per Brexit. Il 2017 sarà, nel complesso, un anno interlocut­orio ma dal 2018 torneremo a crescere a pieni giri».

POLITICHE COMMERCIAL­I Nella grande distribuzi­one l’arrivo sugli scaffali di barattoli più piccoli ha aiutato la percezione di un prezzo migliore

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