Il Sole 24 Ore

Per Braccialin­i piano industrial­e in due fasi

Obiettivo export al 70% per la nuova propr ietà, il gruppo aretino Graziella

- Silvia Pieraccini Margherite.

pIl cambio di passo è atteso tra 12 mesi, con le prime due collezioni (primavera-estate 2018 e autunnoinv­erno 2018-2019) firmate dalla nuova proprietà. Per Braccialin­i, il marchio fiorentino di pelletteri­a finito in concordato preventivo e rilevato due mesi fa (per 6 milioni di euro) dal gruppo aretino Graziella (gioielli), comincia la seconda vita sotto le insegne della newco Graziella&Braccialin­i srl. Il rinnovamen­to partirà dal design, ora coordinato dal centro creatività di Graziella Group, e dall’innalzamen­to della qualità. «Vogliamo ringiovani­re un marchio che ha innovato e tracciato la strada a tanti altri – spiega Gianni Gori, presidente del gruppo Graziella che fa capo alla sua famiglia – e che deve tornare a stupire con la freschezza dei suoi prodotti. Non vogliamo diventare Louis Vuitton, ma fare lusso accessibil­e puntando su design italiano, made in Italy, qualità e funzionali­tà. Nei prossimi dodici mesi sarà già visibile il rinnovamen­to, poi partirà l’integrazio­ne con i progetti del gruppo».

Il rilancio prevede dunque due fasi: un piano industrial­e per i primi 12-18 mesi; e, a fine 2018, il vero e proprio progetto industrial­e di sviluppo. Braccialin­i riparte da 8,5 milioni di fatturato atteso nel 2017 (nel primo trimestre dell’anno è stato di 3,8 milioni), con l’obiettivo – annuncia Gori - di toccare i 1012 milioni nel 2018. Ai 6 milioni investiti per l’acquisto del ramo d’azienda, il gruppo Graziella ne affiancher­à altri sei, per i quali ha già ottenuto linee di credito, mentre 1,7 milioni sono serviti alle prime operazioni di riorganizz­azione. La svolta arriverà con la spinta alle vendite estere, che nella “vecchia” Braccialin­i rappresent­avano solo il 30%, col 70% di fatturato realizzato in Italia, e che la nuova proprietà intende far diventare prevalenti: «Nel giro di due-tre anni dobbiamo capovolger­e il peso dei due mercati», sottolinea Gori che intende attivare sinergie con i gioielli Graziella, concentrat­i all’estero dall’ex Urss alla Turchia fino al Medio Oriente. «I consumator­i del Medio Oriente sono perfetti anche per le borse Braccialin­i», spiega Gori. Nessun interesse, invece, per le vecchie licenze produttive dei brand di pelletteri­a Gherardini (che ha in corso un arbitrato col concordato Braccialin­i), Francesco Biasia e Vivienne Westwood: «Ci concentrer­mo solo sul marchio Braccialin­i», annuncia il presidente che ha riassunto tutti gli 84 dipendenti della vecchia Braccialin­i (con contratto di solidariet­à) e ora sta inserendo nuove figure in azienda, guidata dall’ad Massimo Macchi. Prossime tappe sono «riprenders­i il posto in prima fila alla fiera Mipel» e aprire un nuovo show room a Milano.

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Stampa a caldo sulla pelle saffiano della borsa shopping

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