Il Sole 24 Ore

Piquadro fa crescere The Bridge

Acquisito nel novembre 2016, lo stor ico marchio ha chiuso il pr imo tr imestre 2017 a +20% L’ad Palmieri: a breve un nuovo stabilimen­to e altre assunzioni

- Giulia Crivelli

p «Fare un’acquisizio­ne in un momento di incertezza come questo poteva sembrare azzardato. Ma ho sempre pensato che The Bridge andasse salvaguard­ato come marchio, per il suo know how artigianal­e e la sua capacità produttiva. Non avrei sperato, però, di ottenere risultati tanto positivi in meno di sei mesi». Marco Palmieri, presidente e amministra­tore delegato di Piquadro, traccia questo primo bilancio dell’operazione dello scorso novembre, quando l’azienda di pelletteri­a di design ha rilevato l’80% della società Il Ponte Pelletteri­a, alla quale fa capo The Bridge, lanciato nel 1969.

Il 2016 si era chiuso con un fatturato di circa 22 milioni e indici di redditivit­à e posizione finanziari­a negativi. Piquadro pagò 3,2 milioni per le quote societarie e rilevò l’intero indebitame­nto (circa dieci milioni).

«Non abbiamo mai pensato di tagliare l’occupazion­e, anzi. Abbiamo già assunto alcuni giovani, perché la trasmissio­ne del patrimonio di conoscenze accumulato in quasi 50 anni è fondamenta­le. Ne assumeremo altri e potenziere­mo a breve i laboratori – spiega Palmieri –. La sede non si muoverà di un metro dalla Toscana, come Piquadro resterà sempre radicata sulle colline bolognesi. Ma ci potranno essere interessan­ti sinergie: abbiamo iniziato da qualche stagione il reshoring per le linee di alta gamma di Piquadro e la capacità produttiva di The Bridge potrà accelerare questo processo».

Il rilancio del marchio è partito dal giorno dopo l’acquisizio­ne, anche perché – tiene a sottolinea­re Palmieri – non c’era bisogno di rivoluzion­are il prodotto. «Molte borse da donna e da uomo a mar- chio The Bridge sono parte dell’immaginari­o del consumator­e italiano, servono solo nuovi tocchi di colore, nei dettagli e una maggiore concentraz­ione sulla comunicazi­one».

Nel primo trimestre 2017 le vendite sono cresciute del 20% e le risposte dei buyer al Pitti di gennaio sono state molto positive, con ordini per la collezione autunnale in aumento del 30%. «Contiamo di chiudere il 2017 con un balzo del fatturato tra il 15 e il 20%, volendo essere cauti. Qualche giorno fa è ripartito anche l’ecommerce e stiamo lavorando sulla distribuzi­one wholesale in Italia, che assorbe circa il 70% delle vendite, e all’estero – conclude Palmieri –. Del restante 30%, il 20% è diviso tra Germania, Svizzera e Austria , quindi il potenziale di crescita all’estero, come per Piquadro, è enorme. Ma non abbiamo fretta e lo stesso vale per il retail diretto, al quale metteremo mano nel secondo semestre».

L’esercizio fiscale di Piquadro, quotata alla Borsa di Milano, si è chiuso al 31 marzo e i dati verranno presentati il 12 giugno, ma l’ad è soddisfatt­o: «Nonostante lo sforzo fatto per azzerare il debito di The Bridge, abbiamo generato molta cassa e la posizione finanziari­a netta è migliore rispetto e all’esercizio 15-16».

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Iconiche. Tre misure per il modello «Cacciatori­na», tra i long seller del marchio nato a Firenze nel 1969

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