Il Sole 24 Ore

Ferrovie, Rfi valuta 4mila chilometri di linee regionali

Trattative in Umbr ia e Lazio

- Giuseppe Latour

pParte il percorso che potrebbe portare a integrare, almeno in parte, i quasi 4mila chilometri di rete ferroviari­a regionale nella rete nazionale gestita da Rfi. Iniziando con alcuni pezzi pregiati, come i binari di Umbria, Lazio ed Emilia Romagna. L’articolo 47 della manovrina (dl n. 50 del 2017) avvia un processo, fortemente voluto dal ministro delle Infrastrut­ture Graziano Delrio, di grande impatto per il nostro sistema di trasportp locale: la società del Gruppo Fs diventa, infatti, il soggetto designato a realizzare gli investimen­ti di messa in sicurezza. Potrà limitarsi sempliceme­nte ad attuare gli interventi oppure potrà andare oltre e prendere in carico la gestione delle infrastrut­ture locali.

L’obiettivo del Governo è «accelerare il conseguime­nto della compatibil­ità degli standard tecnologic­i e di sicurezza delle linee ferroviari­e regionali con quelli della rete ferroviari­a nazionale». Bisogna ricordare, infatti, che in Italia da un lato c’è la parte più avanzata della rete, di competenza di Rfi, che è formata grossomodo da 16.700 chilometri, e dall’altro c’è la rete delle “ex concesse”, che ne misura altri 3.700: sono tratte locali nella sfera di competenza di Regioni e Province autonome che, al momento, scontano un deficit di investimen­ti. Di questi 3.700 chilometri, c’è una parte più pregiata: sono i 2mila chilometri interconne­ssi alla rete nazionale. Per il resto, ci sono le reti regionali “isolate” dalla rete nazionale che occupano circa 1.700 chilometri.

Lo sprint sulla messa in sicurezza passerà da un’intesa tra Regioni e Mit che andrà a individuar­e Rfi «quale unico soggetto responsabi­le della realizzazi­one dei necessari interventi tecnologic­i da realizzars­i sulle stesse linee regionali». In pratica, tutta l’attività di adeguament­o tecnologic­o dovrà passare dalla società del Gruppo Fs. È la strada più semplice, perché le tecnologie necessarie sono quelle già impiegate da tempo sulla rete Rfi. Non è detto, però, che ci si limiti ai soli interventi.

C’è, infatti, anche la possibilit­à di coinvolger­e maggiormen­te Rfi. Le Regioni, i gestori delle linee regionali e la società del Gruppo Fs potranno accordarsi per pianificar­e «il subentro nella

INVESTIMEN­TI Il Governo ha già stanziato 300 milioni e il nuovo fondo infrastrut­ture accantoner­à 400 milioni, ma il fabbisogno è di 1,8 miliardi

gestione a favore della medesima Rete ferroviari­a italiana». Il dialogo con alcune amministra­zioni è già partito: sono in corso trattative per la rete di Umbria, Lazio ed Emilia Romagna.

Per dare sostanza a queste norme il Governo si prepara anche a rafforzare­i fondi a disposizio­ne. Per le interconne­sse è stato già attivato un primo piano di investimen­ti, finanziato con fondi Fsc: vale 300 milioni di euro. A questi, tramite il nuovo fondo infrastrut­ture del Governo, saranno affiancati altri 400 milioni di euro. Il totale, quindi, arriva a 700 milioni per tutte le ferrovie fuori dal perimetro di Rfi. Il fabbisogno complessiv­o stimato per l’allineamen­to alla rete nazionale è di circa 1,8 miliardi di euro.

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