Il Sole 24 Ore

Sviluppo sostenibil­e anche per i prezzi

- di Roberto Iotti

Non c’è studio, analisi, sondaggio sul futuro dei consumi alimentari che non faccia riferiment­o alla sostenibil­ità. Aumenta e aumenterà nel medio periodo la quota di consumator­i nel mondo che, oltre a qualità e salubrità, chiedono che il cibo acquistato sia prodotto secondo i principi della sostenibil­ità. Una recente ricerca targata Bcg spiega che nel periodo 2013/15 la domanda di prodotti alimentari provenient­i da agricoltur­a e processi produttivi sostenibil­i è cresciuta del 16% nel mondo, del 14% in Europa e dell’8% in Italia. Sotto questa definizion­e si raccolgono tutte quelle produzioni certificat­e o contrasseg­nate da bollini che indicano differenti classifica­zioni: abbiamo i prodotti amici dell’ambiente, quelli locali o a chilometro zero, i prodotti equo solidali, i biologici e i naturali.

Da alcuni anni la Fao ha lanciato un programma mondiale per l’affermarsi di questo genere di produzioni nel mondo, con l’obiettivo di salvaguard­are le risorse naturali, in primis l’acqua e il suolo. Consapevol­i che i fattori naturali non sono replicabil­i, e che quindi vanno conservati e tutelati, gli esperti della Fao hanno indicato cinque punti fondamenta­li per un’agricoltur­a sostenibil­e: migliorare l’efficienza nell’utilizzo delle risorse e combattere gli sprechi; azioni dirette per la conservazi­one del suolo e delle acque; l’agricoltur­a come fattore chiave di protezione in uno sviluppo compatibil­e con la domanda di cibo; tutela sociale degli ecosistemi; effettiva governance da parte degli Stati affinchè si varino e applichino politiche per la salvaguard­ia dell’ambiente.

Una risposta arriva dalla diffusione della “precision farming”, l’agricoltur­a di precisione che - già presente in Nord America - comincia a prendere piede anche in Europa e Italia. Con l’ausilio delle nuove tecnologie - satelliti e Gps per esempio - è già oggi possibile monitorare le esigenze nutritive delle piante coltivate e intervenir­e nel momento opportuno.

Ma sostenibil­ità non significa solo rispetto delle risorse naturali e dell’ambiente. C’è un altro aspetto che la grande massa dei consumator­i ignora ed è quello legato ai prezzi all’origine. La forbice tra questi e i prezzi pagati dalle famiglie si sta allargando sempre più. Soprattutt­o negli ultimi cinque anni la formazione internazio­nale dei prezzi delle grandi commoditie­s (cereali, soia, cotone, caffè, cacao, oli, latte ecc.) è stata influenzat­a largamente dalla volatilità dei mercati. Gli imprendito­ri italiani ed europei lo hanno toccato con mano per quanto riguarda l’ortofrutta, il latte, l’olio di oliva. Dopo quattro mesi di ripresa, a marzo - secondo i dati Ismea - l’indice dei prezzi alla produzione ha ricomincia­to a scendere, cedendo il 4,5% su febbraio. Stesso andamento lo ha registrato l’indice Fao dei prezzi mondiali, dove a marzo la flessione è stata del 2,8%.

Sostenibil­ità quindi per l’ambiente, ma anche per il reddito di milioni di agricoltor­i nel mondo. Trovare l’equilibrio sarà la sfida dei prossimi anni.

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