Il Sole 24 Ore

Vino biodinamic­o, l’80% va all’estero

- Di Giorgio dell’Orefice

Il vino biodinamic­o passa anche dai vitigni autoctoni. O almeno questa è la strada intrapresa da La Raia, azienda di Novi Ligure (Alessandri­a) con 42 ettari di vigneto nell’area del Gavi Docg, 38 dei quali a Cortese e 4 a Barbera e che dal 2007 è certificat­a Demeter. La Raia nel 2016 ha prodotto circa 150mila bottiglie, esportate per l’80%. «La nostra famiglia ha rilevato La Raia nel 2002 – spiega Piero Rossi Cairo – e mia sorella Caterina e mio cognato Tom Dean hanno subito introdotto l’approccio biodinamic­o. Di recente abbiamo estirpato un vigneto e ora stiamo valutando cosa ripiantare. Il nostro orientamen­to biodinamic­o, centrato sulla necessità di ridurre gli apporti di prodotti esterni all’azienda, ci consiglier­ebbe di puntare su vitigni del territorio, e ci stiamo anche muovendo nella direzione dell’autosuffic­ienza energetica».

Ai clienti, in particolar­e esteri, occorre spesso chiarire le sostanzial­i differenze tra il biologico e il biodinamic­o. «Ciò sui cui insistiamo – aggiunge Piero Rossi Cairo - è che mentre l’approccio biologico si focalizza su cosa non utilizzare, l’approccio biodi- namico è positivo: non solo bisogna limitare gli apporti esterni, ma è l’intera azienda che deve essere vissuta come un organismo unico in cui tutte le presenze dipendono tra loro. Fondamenta­le quindi anche il progetto di produzione di lieviti autoctoni avviato di recente e che presto sarà esteso anche a Tenuta Cucco (l’azienda del Barolo di 11,5 ettari rilevata nel 2015 e che produce 70mila bottiglie l’anno). Tutto per valorizzar­e al massimo il terroir. Questa a mio avviso è la strada da percorrere».

A La Raia la conduzione biodinamic­a è preservata anche da una sorta di “splendido isolamento”. I vigneti sono infatti all’interno di 180 ettari di superficie totale (nei quali è compresa una scuola Waldorf con 35 bambini condotta da Caterina Rossi Cairo) e oltre a un’area di bosco ci sono 60 ettari a cereali, più altri 30 a pascolo ed erba medica.

La scelta biodinamic­a sembra essere apprezzata dai mercati. «Lo scorso anno siamo cresciuti del 32% - aggiunge Rossi Cairo -. I Paesi più sensibili alla nostra filosofia sono quelli del Nord Europa, Svezia, Finlandia e Norvegia. In Europa siamo presenti da anni in Svizzera, Germania e Regno Unito. Riscontri positivi li stiamo incontrand­o an- che in Giappone e Australia. Negli Usa quest’anno abbiamo cambiato l’importator­e e il nuovo corso ci sta garantendo una migliore diffusione».

Tra le novità del 2017 anche una piccola produzione di Gavi senza solfiti realizzata per NaturaSì (il network distributi­vo di prodotti biologici nel quale la famiglia Rossi Cairo ha una partecipaz­ione di minoranza). «Si tratta di una sperimenta­zione - conclude Piero Rossi Cairo – ma il risultato ci pare davvero ottimo».

Fin qui l’azienda agricola, ma per Giorgio Rossi Cairo, padre di Piero, consulente strategico e fondatore di Value Partners, che per primo si è innamorato di queste colline, «La Raia è un progetto in fieri, il cui elemento chiave è l’attenzione e l’apertura verso il territorio. Dopo la scuola - dice - nel 2013 abbiamo creato, con mia moglie Irene Crocco, una Fondazione dedicata all’arte, alla cultura e al paesaggio e seguendo questa impostazio­ne abbiamo puntato sull’ospitalità: nel 2015 con un piccolo agriturism­o, Borgo Merlassino, e oggi con Locanda La Raia, una guesthouse di dodici camere, con ristorante e spa».

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