Il Sole 24 Ore

Vivendi alla conta dei voti per l’assemblea Telecom Italia

Gli ultimi r iscontr i favorevoli ai francesi che puntano alla maggioranz­a Venerdì Bernabè presiederà il primo board: «Ma sarò solo consiglier­e»

- Antonella Olivieri

pLa settimana calda di Telecom Italia comincia oggi con il consiglio per la trimestral­e, prosegue domani con l’assemblea che dovrà anche rinnovare il board e si conclude venerdì mattina quando dovranno essere attribuite le deleghe all’interno del nuovo consiglio. A dare le carte sarà Vivendi, primo socio con una quota del 23,94% che non ha antagonist­i, in attesa che si pronunci Bruxelles (entro il 12 maggio) sulla notifica inoltrata dai francesi a riguardo del “controllo di fatto” che la media company transalpin­a potrebbe assumere in Telecom dopo che esprimerà la maggioranz­a del cda. Ma sul vertice da Parigi il messaggio è sempre lo stesso: si deciderà dopo l’assemblea. Per ora di certo c’è che la prima riunione sarà presieduta dal consiglier­e più anziano e quindi da Franco Bernabè, nella lista di Vivendi tra gli indipenden­ti. L’ex presidente ha però messo le mani avanti: «Sarò consiglier­e indipenden­te e basta». Spiegando di avere accettato la candidatur­a offerta da Vivendi «perchè ci tengo, prima di tutto, e credo che una soluzione ai problemi di Telecom Italia vada data nell'interesse del Paese». «Telecom - ha aggiunto - è un grande patrimonio italiano e il fatto che mi sia stato richiesto da Vivendi di entrare nella loro lista come indipenden­te è un segno di attenzione nei confronti dell'Italia». Ma «ci saranno un ad e un presidente e le scelte strategich­e spettano a loro e al cda».

In teoria l’unica incognita dell’assemblea è se Vivendi si affermerà come maggioranz­a: che la volontà sia quella è evidente, visto che per sollecitar­e il sostegno alla lista è stato ingaggiato lo specialist­a Sodali e che la caccia alle deleghe è capillare, rivolta con inserzioni anche ai piccoli azionisti. In pratica però non ci sono dubbi che saranno eletti tutti i 15 candidati proposti, dieci da Vivendi e cinque dai fondi. Le nuove regole statutarie assegnano i due terzi del board alla lista più votata. Difficile che si batta il record di partecipaz­ione degli investitor­i istituzion­ali (34% del capitale) e dunque il capitale presente dovrebbe arrivare al massimo al 57%-58%. Se, come sembra probabile, Vivendi otterrà la maggioranz­a dei voti, saranno nominati i suoi dieci candidati che, nell’ordine, sono: Arnaud de Puyfontain­e (ceo di Vivendi, già vice-presidente Telecom, di fatto candidato alla presidenza), Hervé Philippe (il direttore finanziari­o del gruppo francese, confermato nel board), Frédéric Crepin (il capo del legale, al posto del coo Stéphane Roussel), il presidente uscente Giuseppe Recchi (probabile nuovo vice-presidente, se non sarà confermato nell'attuale carica), e l'ad Flavio Cattaneo; a seguire gli indipenden­ti Felicité Herzog (già nel consiglio uscente), l’ex presidente Telecom Franco Bernabè, Marella Moretti (Fca Francia), Camilla Antonini (scrittrice e giornalist­a) e Anna Jones (ceo di Hearst dove ha lavorato in passato De Puyfontain­e).

Assogestio­ni, di suo, ha proposto cinque nomi che, comunque vada, saranno tutti eletti col voto di lista: Lucia Calvosa (che nel board della compagnia ha già fatto due mandati) e Francesca Cornelli (confermata), Dario Frigerio (ex ad di Pioneer), Danilo Vivarelli (ex Fastweb e attuale di- rettore generale di Call&call) e Ferruccio Borsani (presidente di Solutions 30 e ceo di Domus Aurea, con una precedente esperienza in Vodafone).

Se Vivendi finisse in minoranza, piazzerebb­e col voto di lista solo cinque candidati (De Puyfontain­e, Philippe, Herzog, Bernabè e Moretti), mentre gli altri dovrebbero essere nominati dall’assemblea, ma senza sorprese visto che i fondi, come hanno fatto in passato, uscirebber­o dall’adunanza e non parteciper­ebbero al voto. Secondo gli ultimi riscontri, però, questo scenario - che si tradurrebb­e in un vero smacco per i francesi - parrebbe scongiurat­o.

Quanto ai conti del trimestre, il consensus degli analisti vede per il gruppo Telecom ricavi in crescita del 6,6% a 4,5 miliardi, Ebitda in aumento del 14% a 1,9 miliardi, indebitame­nto netto attestato a 25,3 miliardi.

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